Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film
Dopo il flop commerciale di ASSASSINS, il regista Mathieu Kassovitz abbandona quello che poteva considerarsi "cinema d'autore", per il più remunerativo cinema di genere, infatti I FIUMI DI PORPORA, tratto dall'omonimo romanzo di Jean-Christophe Grange', otterrà un clamoroso successo in patria, con tanto di cinque nomination ai Cesaer, tra cui quello di miglior film. Per quanto mi riguarda io opto per un "tanto rumore per nulla". Ho sempre avuto scarsa simpatia per il cinema dei cugini transalpini, e tranne qualche eccezione, per quel cinema di genere pseudo-hollywoodiano che da una trentina d'anni viene prodotto in Francia. Con l'ausilio dello stesso Grange', Kassovitz sceneggia (e dirige) un thriller che sembra partire bene, grazie a un'insolita ambientazione sulle Alpi francesi che si sostituisce ai soliti bassifondi metropolitani, e ad atmosfere plumbee e cariche di mistero. Il giocattolo mostra quasi immediatamente i propri limiti affidandosi a particolari raccapriccianti, la solita coppia di sbirri agli antipodi, umorismo da dimenticare, scene d'azione scontatissime (il solito combattimento a suon di arti marziali) e una morale anti-nazista di pura facciata . Cinema che imita (male) i modelli d'oltreoceano, affidandosi a titoli come SEVEN e IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI, con tanto di vittima crocifissa e un finale di puro effetto. Leggermente meglio del successivo L'IMPERO DEI LUPI di Chris Nahon, sempre tratto da un romanzo di Grange'. Quanto al sequel diretto da Olivier Dahan nel 2004, preferisco non metterci mano.
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