Regia di Nino D'Angelo vedi scheda film
Delirante e grossolano, artigianale nell'approccio tecnico, incredibilmente autoreferenziale e autoironico. Nino D'Angelo conferma di essere uno degli artisti nostrani popolari che sono stati maggiormente in grado di rigenerarsi quando il loro appeal sembrava decaduto. Tre apparizioni a Sanremo, le musiche del fortunato "Tano da morire" (evidente fonte di ispirazione), alcune apparizioni teatrali in spettacoli non scontati e soprattutto la regia di questo "Aitanic". Chi si aspetta un lavoro raffinato si astenga: le gag e il napoletanismo possono essere a volte irritanti, ma chi riesce ad apprezzare il gusto popolare e soprattutto la sovrabbondanza di citazioni cinematografiche troverà "Aitanic" un oggetto indefinibile e attraente.
Sorvolando da un genere all'altro, D'Angelo si concede ballate strappalacrime d'ispirazione neomelodica così come incursioni nella techno ("Terroni terroni!"). Notevole.
Ma perchè nel ruolo del leghista assomiglia così tanto a Calderoli?
Dirigere se stessi è sempre un rischio: bravo D'Angelo a non abusare della propria presenza e a dosare i tempi comici.
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