Regia di Nino D'Angelo vedi scheda film
Durante uno sciopero, a Napoli, la famiglia di Gaetano detto Aitano (Rizzo) ruba un traghetto e organizza un servizio sostitutivo. Sulla nave confluiscono i destini di vari personaggi: un disoccupato (D’Angelo) cui la ex moglie vuol togliere il bambino; un milanese (De Francesco) che vende panettoni scaduti; un cantante neomelodico (sempre D’Angelo) con fans e troupe al seguito. Il film non rinnega niente del passato ed è anzi una sorta di rilettura critica dei vecchi film di Mariano Laurenti (che si vedono in un flashback meta-cinematografico assai intelligente). Le parti meno convincenti sono semmai quelle in cui è più evidente il modello di “Tano da morire”: le coreografie grottesche, certi brani musical come “Terroni dance”. Le citazioni però sono numerosissime, e niente affatto peregrine: da “Forrest Gump” a “Don Camillo”, da “Pretty Woman” a “Ladri di biciclette”; tanto che il titolo è insieme riduttivo e ingannevole. Il film non è una parodia, anche se a dieci minuti dalla fine passa un tizio che vende già le cassette pirata di “Aitanic 2”. È, a suo modo, un lavoro serio, con evidenti cadute di ritmo (tamponate in extremis dal montaggio di Giogiò Franchini) ma diversi momenti irresistibili, e, nonostante i tratti naïf, uno dei film più “postmoderni” mai fatti in Italia.
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