Regia di Nino D'Angelo vedi scheda film
Aspirante cantante, il fioraio abusivo Leonardo Di Capri, dopo la separazione dalla moglie, decide di farla finita. S’imbarca, quindi, sull’Aitanic, traghetto a sua volta abusivo, sottratto dal disoccupato Aitano ed utilizzato per fare la spola tra Napoli e Capri durante uno sciopero dei traghettatori autorizzati. Lo spunto è indubbiamente interessante; lo svolgimento avrebbe avuto bisogno di un regista vero. Nonostante la mancanza di una vera e propria impostazione registica, tuttavia, Nino D’Angelo ci dà dentro di commedia partenopea (che ha pescato in quella palermitana di Roberta Torre, al cui Tano da morire aveva fornito le musiche) e di musicarello, ottenendo un risultato non banale. Questo, anche grazie ad una buona dose di autoironia, che gli fa ricordare i tempi del caschetto biondo ed anche che è molto labile il confine tra il successo canoro e il rischio dell’oblio.
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