Regia di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch vedi scheda film
Un bel film, sobrio, poetico e appassionato, che colpisce e funziona con eleganza e maestria.
E' un film maestoso, lento (ma non noioso), silenzioso e affascinante esattamente come le montagne che rappresenta. Ha una narrazione volutamente semplice, diretta, sobria e quasi minimale che funziona perfettamente e che fa risaltare le bellezze delle montagne che ci mostra e, soprattutto, dà risalto alle performance dei due attori principali: Luca Marinelli e Alessandro Borghi, due notevoli talenti emergenti e ormai affermati, qui in stato di grazia e impegnati in un'amichevole gara di bravura. Le otto montagne può essere considerato un dolce e commosso inno alla vita, quella vera e un po' selvaggia, ma soprattutto alla natura e alla montagna, come luogo per ritrovarsi, isolarsi e tornare alle proprie radici. La montagna che è qui vista come un luogo di bellezza pura e di paradiso ma anche come un luogo difficile, pericoloso e che talvolta imprigiona il corpo e la mente, come accade al personaggio interpretato da Borghi, che non riesce a uscire dal confine mentale e fisico della sua montagna, un confine che si è creato da sé dopo esserci cresciuto, di fatto, a forza.
In definitiva è un bel film, sobrio, poetico e appassionato, che colpisce e funziona con eleganza e maestria e che lascia aperti molti interrogativi esistenziali per nulla banali.
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