Regia di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch vedi scheda film
Una storia di amicizia, stiracchiata, non si sa perché, su due ore e mezza che ucciderebbero un orso grizzly. Questo è, in soldoni, il caso di questo strano film, girato da una coppia di registi belgi, Felix Von Groeningen e Charlotte Vandermeersch, a cui è venuto veramente bene solo un film, "Alabama Monroe", 2012, che da "le plat pays" s'inerpicano sulle Alpi, accompagnati da una serie di (bravi) attori italiani. Un incontro, quindi, particolare, per un risultato che al netto di tutto, si può considerare abbastanza riuscito ma certamente non eccezionale. Un film intimo, poco parlato, o, meglio, parlato il giusto, che si ciba voracemente dei bellissimi paesaggi alpini, che fanno tanto, per una storia minimale, che gira un po' troppo attorno al suo ombelico, rispandiamoci, almeno, derive mistiche e orientaleggianti, che quando appare il Nepal (mah), fan temere cose alla Terzani che per fortuna non si palesano. Riflessioni, abbracci, la vita che dall'infanzia felice fra prati e boschi, diventa un "cazzo fritto" per dirla con Celine, e insomma tutte cose che sapevamo già, ma dette in una bella confezione, senza cedere, complimenti, a penoserie commerciali e facilonerie varie. Un film che è assai imperfetto ma che va comunque difeso, come esempio di un Cinema altro, serio, importante, poco urlato, cosa assai rara nel Cinema d'oggi. Peccato per la stupida lunghezza, vizio atroce da quando la pellicola non si paga più, e per una certa staticità di fondo: gli attori lo salvano, con la loro sincerità. Da vedere solo con buona, se non ottima, predisposizione.
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