La recensione su Calcinculo

di alan smithee

6 stelle

MUBI

"-Ma almeno un po' ti piaccio?

-Ma che domande sono? certo che mi piaci. Certo fossi un pochino più magra saresti molto più bella..."

Benedetta abita in un quartiere popolare, in casa con un padre distratto che manda avanti malvolentieri l'attività commerciale del padre della moglie, mentre quest'ultima vive con la frustrazione di non aver potuto portare avanti i suoi sogni di ginnasta dotata e promettente, e si accanisce per cercare di mettere fine alla tendenza della figlia al suo perenne stato di sovrappeso tramite la frequentazione di dietologi che le impartiscono diete ferree fatte apposta per essere disattese e circuite.

Nella noia ed apatia di una quotidianità tutta studi e interessi che non corrispondono alle proprie aspirazioni od indoli, benedetta si accorge che nel pianoro vicino al suo palazzo un gruppo di ambulanti di un luna park sta allestendo il loro nuovo appoggio proprio nel quartiere.

Tra costoro la ragazzina ha modo di conoscere e di familiarizzare con l'eccentrica Amanda, che in realtà è un ragazzo effemminato che ama vestirsi da donna e non disdegna di frequentare uomini di passaggio presso la sua roulotte, irrobustendo le magre entrate del suo banchetto giochi.

Tra i due, diversissimi per fisico ed indole ma uguali nel venir considerati come reietti da una società che accetta solo standard ampiamente condivisi e ritenuti di tendenza, nasce un'amicizia forte che fa bene ad entrambi, ma non impedisce alla scaltra Amanda di utilizzare la propria nuova amica per i propri comodi ed egoismi.

Dalla brava regista Chiara Bellosi, apprezzata già in Palazzo di Giustizia, Calcinculo, titolo che fa riferimento al noto gioco della giostra più povera e popolare, quella con i sedili sequenziali che girano intorno e tanto esalta le gioventù scalmanate e desiderose di emozioni forti o comunque epidermiche, descrive in modo intenso il mal di vivere di una ragazzina sensibile che non riesce ad essere accettata nemmeno in famiglia per come è veramente, ed appare costretta a rifugiarsi in diete sfiancanti per cercare di adeguarsi a quei canoni puramente estetici che pare siano l'unico lasciapassare per poter vivere appieno e non passivamente una vita realizzata e consapevole.

Ottimi, nel contesto di uno script scritto bene e nel rispetto di un sano realismo che non lascia mai spazio a patetici pietismi di sorta, i due protagonisti, che vedono al centro la bravissima Gaia di Pietro nei panni scomodi e sempre troppo abbondanti per essere bene accetti di benedetta, mentre un sorprendente ed inedito Andrea Carpenzano veste i panni eccentrici e prepotenti della vitale Amanda, amica che pare comprendere e divenire l'ancora di salvezza di una ragazza troppo dimenticata o troppo sfruttata per fini non proprio consoni al proprio benessere psicologico, di cui pare non importare mai niente a nessuno.

Ma è Barbara Chichiarelli, nella parte della madre ex ginnasta Anna, ora casalinga frustrata e tradita che offre la migliore prestazione in un ruolo dolente e sempre sull'orlo di una disperazione dolorosa che risulta perennemente impellente e lancinante.

"-Ma possibile che non ti accorgi mai di nulla?".

Il film ha fatto la sua prima apparizione ufficiale in occasione del Festival di Berlino 2022, partecipando nella sezione Panorama, per poi apparire fugacemente nelle sale, fino ad essere riproposto di recente da Mubi.

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