Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film
Sconosciuto horror diretto con la mano sinistra (e un occhio chiuso) da Andrea Bianchi, per l'occasione in trasferta francese. Cast d'attori in linea con la miseria di una produzione che deve avere imposto tempi ristrettissimi e un budget irrisorio. Ne esce una parodia involontaria, divertentissima per quanto brutta.
Una setta omicida rapisce le prostitute francesi e le tortura a morte per "purificarle" dai loro peccati. I protettori locali, comprensibilmente sconvolti, iniziano ad indagare assieme a un uomo, la cui ragazza è stata rapita dalla setta e potrebbe essere ancora viva. Intanto la polizia prende di mira il professor Roger Osborne (Chuck Connors) - impegnato nella ricerca di una cura alle malattie del sangue - che esegue test sperimentali, facendo uso di computer, su cavie animali procurategli dal disabile Matthieu (François Greze).
"Solo la tortura della carne, può guidare i demoni." (Gondrand)
Maniac killer: titoli di testa con un gatto inferocito sullo sfondo (?!)
Il film perduto di Andrea Bianchi, in trasferta francese per la Eurocine e firmatario con lo pseudonimo di Frank Drew White, vede un cast di attori ben poco eccezionali, per l'occasione addirittura ai loro minimi storici: Chuck Connors, Bo Svenson e Robert Ginty, quest'ultimo nel ruolo di Gondrand, il folle leader di un culto catto-sanguinario che opera sullo stile dell'Inquisizione spagnola. Non si sa come sia stato possibile, ma per la colonna sonora questo "Z movie" vede la firma del grande Luis Bacalov. Non occorre essere esperti di cinema, per comprendere come Maniac killer sia un lungometraggio girato ai minimi termini, di tempo ed economici. La cinepresa traballa in continuazione, non è a mano ma l'operatore non riesce mai a centrare il quadro: così abbiamo ad esempio auto che partono o arrivano e il punto macchina, sempre sfasato, tenta di seguirle ma poi le perde in quanto lento nei movimenti, quindi la telecamera continua a riprendere una strada vuota, un campo o il cielo mentre il soggetto dell'azione è ormai del tutto fuori schermo. Le interpretazioni sono involontariamente comiche, al pari della sceneggiatura, realizzate con ciak da "buona la prima".
Maniac killer: il filantropico professor Osborne (Chuck Connors)
Trattandosi poi dell'Andrea Bianchi regista di (s)cult tipo Nude per l'assassino (1975), Malabimba (1979), Le notti del terrore (1981) e Massacre (1989), sorprende la totale assenza di scene truculente, erotiche e splatter. In genere le vittime, riprese in topless, subiscono tortura in una stanza sotterranea che rimanda ai supplizi più spesso trattati (spesso altrettanto malamente) da Jésus Franco, ma gli effetti delle ferite sono lasciati all'immaginazione dello spettatore, essendo del tutto fuori scena. Il reparto tecnico offre poi computer di prima generazione (marca Olivetti) al centro di una lunga serie di scenette esilaranti, protagonista lo scemo del villaggio, interpretato con enfasi e retorica mimica da François Greze (sullo stile del Franco Garofalo di Virus, per intenderci): è con questo mezzo che il ragazzo si esprime utilizzando un primordiale photoshop e successivamente, essendo testimone oculare di rilevante importanza, mimando in maniera da irresistibile pochade alla polizia, inebetita (ma anche impedita), la sua dichiarazione sottoforma di sciarade.
Maniac killer: Matthieu (François Greze), il testimone chiave
Senza volerlo Bianchi realizza un film spassosissimo per i suoi incalcolabili difetti tipo, oltre quelli evidenziati: la maldestra mattanza dei protettori nella villa di Gondrand, tutti eliminati a colpi di fucile nello stomaco (ma uno, letteralmente, esploso in milionesime parti da una bomba a mano); le scazzottate risolte graficamente a livello di commedia grottesca; la lunga scena che vede il professor Osborne, in fuga dalla polizia perché indiziato, cercare in lungo in largo Matthieu per farlo testimoniare, solo per scoprire che ce l'ha dentro casa!
Tanto per non farsi mancare nulla d'insensato, la distribuzione del film tenta di sfruttare il successo di due horror del periodo, entrambi diretti da William Lustig: Maniac cop (1988) e soprattutto Maniac (1980), dal quale arriva a proporre impropriamente in locandina la pratica scotennatoria messa in atto dal maniaco Frank Zito (Joe Spinell). Mai come in questa circostanza è più pertinente il detto "so bad so good". Concludendo, non troverete probabilmente un film comico che faccia più ridere di Maniac killer!
Maniac killer: una vittima di Gondrand (Robert Ginty)
Cattivo... uomo... morto. Buono!
Quel che scrive BA_Harrison nella sua recensione sull'imdb è talmente condivisibile che lo riportiamo come curiosità aggiuntiva.
"Il film si conclude con Gondrand che ottiene la sua punizione, pugnalato alla schiena da una delle sue vittime di tortura, a quel punto Greze offre la migliore battuta di tutto il film:
'Cattivo... uomo... morto. Buono'.
Potrebbero metterlo su una maglietta."
Maniac killer: locandina per una edizione orientale
"Abbiamo due tipi di morale fianco a fianco, una che predichiamo ma non pratichiamo, e un’altra che pratichiamo ma di rado predichiamo."
(Bertrand Russell)
Maniac killer (Andrea Bianchi, 1987) - Clip
F.P. 09/07/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 83'34")
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