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Alone Against Terror

Regia di Jesús Franco vedi scheda film

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La recensione su Alone Against Terror

di undying
2 stelle

No budget girato male da Jésus Franco e con un cast da dimenticare. Lina Romay non si spoglia e di sangue non ne scorre. Abbondante invece l'approssimazione e l'uso di zoom.

 

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Alone Against Terror (1983): locandina

 

Melissa (Lina Romay), una ragazza paraplegica, si vendica delle persone che hanno ucciso suo padre, istigata da sogni e visioni ossessionanti in cui l'uomo le appare rivelandole quello che gli è successo. Nel frattempo le sorelle Flora e Marta tentano di farla internare in un manicomio, per restare uniche eredi del patrimonio di famiglia.

 

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Alone against terror: Lina Romay

 

Contraddistingue Alone against terror un cast mediocre, con interprete principale Lina Romay (1954 - 2012) - qui con capigliatura a caschetto imposta da una terribile parrucca - che pur se solo trentenne mostra almeno dieci anni in più. Peraltro in un ruolo castigato, voluto da Franco che punta unicamente su una scadente interpretazione. Il regista gira ad Alicante ma sembra del tutto indifferente al risultato, tanto che non riesce a valorizzare neppure le splendide location balneari. Lo stile di "zio Jess" si manifesta nei suoi aspetti peggiori: uso di zoom insistente, fotografia pessima e, dato che firma anche la sceneggiatura, brutti dialoghi messi in bocca ai poco credibili personaggi. Alla altrettanto mediocre colonna sonora, dal ritmo congelato, fa seguito una regia dilettantesca. Pare che il film, girato nel 1983, a causa del risultato sia rimasto bloccato per tre anni, vedendo la luce solo nel 1986. Un doppiaggio approssimativo (nel finale la Romay piange singhiozzando, ma a bocca chiusa), abbinato a distrazioni imperdonabili (Melissa bambina ha i capelli mori, da grande bionda) rendono la visione un'esperienza al limite della tortura. Anche per gli indefessi estimatori del cineasta spagnolo, guardare Alone against terror rappresenta solo una perdita di tempo.

 

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Alone against terror: scena

 

Abuso di zoom e riprese a mano

 

Per dare l'idea del maniacale utilizzo dello zoom da parte del regista, qui più insistente che altrove, citiamo la scena di una donna alla finestra, ripresa in interno da circa tre metri di distanza, durante la quale Franco esegue nell'ordine: zoom in avanti sino allo sbattere di una porta, quindi zoom indietro, poi ancora in avanti e di nuovo all'indietro. Il tutto si svolge nell'arco di tempo di una decina di secondi! Questa tecnica, abbinata a riprese eseguite a mano, provoca un fastidioso effetto sul piano visivo che si manifesta dall'inizio sino alla fine del film.

 

Assenza di thriller e azione

 

Tre veloci delitti contraddistinguono la storia: uno eseguito sotto la doccia, gli altri con un coltello. La rappresentazione grafica adottata da Franco in tutti i casi è indescrivibile, più che a scene violente sembra di assistere a uno scherzo messo in atto da terribili attori.

 

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Alone against terror: Lina Romay

 

"Anche la miseria è un’eredità."
(Riccardo Bacchelli)

 

Alone against terror (Jésus Franco, 1983) - V.O.

 

F.P. 10/07/2021 - Versione visionata in lingua spagnola (durata: 81'54")

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