La recensione su Claw

di undying

4 stelle

Il ritorno del Velociraptor, in un b-movie che tratta l'argomento fantastico con molta ironia.

La cabarettista Julia (Chynna Walker), accompagnata dall'amico Kyle (Richard Rennie), è diretta a Los Angeles per partecipare ad uno show. Mentre, in automobile, i due attraversano il deserto del Mojave, a causa di un cojote finito sotto alla macchina sono costretti a fare tappa a Ghost Town, una città apparentemente deserta. In realtà scoprono che lì abita Ray (Mel Mede), anziano di buone intenzioni che offre loro ospitalità, dato l'avvicinarsi della notte. Nei paraggi vive anche uno scienziato, che tiene in cattività un Velociraptor. La creatura, sfuggita dalla sua gabbia, si mette alla ricerca di cibo, dirigendosi verso Ray, Julia e Kyle.

Gerald Rascionato, dopo l'esordio in regia con Open water 3 (2017), realizza un paio di horror surreali, ispirati vagamente a Jurassic park (Steven Spielberg, 1993). Il primo è Triassic hunt, rilasciato in USA a gennaio del 2021, cui fa seguito questo ibrido tra commedia e azione. Supportato ai testi da Joel Hogan, Rascionato per Claw scrive una sceneggiatura dinamica e divertente. Così nel primo tempo il lungometraggio affronta un registro ironico che predomina su tutto, destinato via via a cedere posto agli effetti speciali. Perché il dinosauro, evidentemente un cucciolo, quando appare sulla scena (senza che sia data minima spiegazione del perché) si fa notare, pur se realizzato esclusivamente in CGI, con una tecnica all'avanguardia. Destinato ad ogni tipo di pubblico (gore e splatter non sono qui di casa), il film ha un suo ritmo e riesce a farsi seguire, per come il regista gioca senza mai prendere troppo sul serio il proprio ruolo. Rascionato sa che sta girando un b-movie folle, in omaggio al filone avviato appunto con il citato Jurassic park, e sfrutta al meglio quello che il modesto budget gli mette a disposizione: i due attori protagonisti, entrambi abili nei rispettivi ruoli. Peccato per un finale che sembra essere stato scelto senza troppa cura, forse addirittura imposto da ristrettezze economiche.

"Sessantasei milioni di anni fa, un asteroide grande quanto Manhattan piombò sulla terra. Questo evento infausto segnò la fine dell’era dei dinosauri. Durante quella catastrofe non scomparirono solo i dinosauri ma anche quasi il settantacinque per cento di tutte le specie terrestri."
(Elizabeth Kolbert)

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