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Wet Sand

Regia di Elene Naveriani vedi scheda film

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La recensione su Wet Sand

di alan smithee
7 stelle

locandina

Wet Sand (2021): locandina

MUBI

In un piccolo villaggio in riva al mare, frequentato dai turisti nella sola stagione favorevole, e poi lasciato a se stesso e al proprio contesto rurale ove tutti si conoscono e tutto sanno tutto di tutti, la apparente calma piatta che caratterizza i rapporti tra i residenti, viene scossa dal ritrovamento di un uomo impiccato. Si tratta del taciturno e riservato Eliko, non nativo del luogo e per questo da sempre guardato un po' con sospetto.

Stormi di bambini si prodigano a diffondere la notizia correndo sulla spiaggia, ostentando una carica emotiva che suona sinistra, ma di sicura efficacia.

Ma nessuno si scompone per adoperarsi a prendersi cura del corpo del deceduto, tranne il barista Amnon, che ha buoni motivi per occuparsi con tenerezza di quel corpo, essendo anche destinatario di un pacco da parte del morto.

Costui si prende carico di avvisare la figlia, che giunge da Tbilisi sgomenta, credendo che il padre fosse in realtà già morto, e giunta in loco per rendersi conto dell'atmosfera avvelenata che circonda la figura del defunto.

Al centro della vicenda, si staglia una storia d'amore segreto e scandaloso per quei luoghi, che i due uomini, entrambi con prole, hanno vissuto dal momento in cui il barista ha incontrato il nuovo venuto.

Un amore impossibile, che ha avvelenato gli animi fino a far maturare nei due amanti clandestini un proposito disperato ma indicativo della passione assoluta che li ha caratterizzati.

scena

Wet Sand (2021): scena

scena

Wet Sand (2021): scena

Una passione di cui la giovane ed un po' ombrosa Moe, figlia di Eliko, saprà far tesoro per lasciarsi finalmente pure lei aprire la via, senza più freni inibitori e bigottismi di sorta, alla celebrazione di un vero sentimento amoroso, verso cui ha sempre ostentato un atteggiamento pieno di inibizioni per evitare istintivamente di attirare su di sé occhi indiscreti di una società ripiegata su posizioni oscurantiste ed altamente intolleranti che la autorizzano a vivere di prepotenza e a tramare losche vendette.

In una Georgia risolutamente ortodossa, di religione come di atteggiamento,  in cui la Chiesa di stato arriva ad abolire la giornata dei diritti LGBT sostituendola con la festa del Family Day per suffragare la unica possibilità di unione familiare eterosessuale come legittima, non c'è da stupirsi che nella piccola località rurale e balneare del Mar Nero, risulti così dura andare avanti per chi ha scelto di condividere un amore nella più assoluta segretezza, per non creare scandali e rendersi oggetto di una vera e propria persecuzione, fisica quanto morale.

"Perdonami se ti ho mentito e ti ho lasciato solo. Ma tu sei sempre stato più forte e più coraggioso di me.

Goditi questo vino. L'ho preparato apposta per te. Bevilo. Ci rincontreremo. In paradiso, all' inferno, o in un posto dove non dovremo più nasconderci.
Ti amo molto. Tuo per sempre. Eliko."?

Il cinema militante della Naveriani, che esordisce nel lungometraggio con questo film straziante, ma anche lucido, duro e fiero di sé, dopo il mediometraggio d'esordio del 2016 (I am truly a drop of sun on Earth) ed un corto del 2019 (Red ants bite), si accanisce a sfaccettare le ragioni di una maturazione ad un sentimento che, per quanto puro, viene osteggiato e umiliato con l'intransigenza di chi ritiene di trovarsi di fronte l'essenza di un male verso cui non c'è rimedio.

Wet sand ha la dignità di procedere senza timori contro un modo di pensare retrogrado e perverso che sfocia nel compimento di atti di giustizia sommari, nella delinquenza più comune e nella violenza più gratuita, che sfigura persone in nome di un credo che dovrebbe indurre alla tolleranza e alla comprensione, ma che invece riduce i suoi proseliti a sentimenti di barbara intransigenza ben distanti da quel dio cristiano che le tre religioni monoteiste suggellano a perfetto riferimento di vita cristiana.

Una barbarie che si accanisce contro chi non si omologa, arrivando a profanare addirittura i corpi senza vita, istigando chi si accanisce a resistere a farsi seppellire ancora vivo entro una sabbia che, pur umida e bagnata, consenta di nascondersi ed estraniarsi da un pensiero comune così retrogrado e abbietto.

"What difference a day makes" cantava Dina Washington, che riascoltiamo nella situazione più appropriata possibile lungo questa struggente storia di ottusa intolleranza da una parte, e di temerario orgoglio dall'altra.

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