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Holy Emy

Regia di Araceli Lemos vedi scheda film

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La recensione su Holy Emy

di leporello
8 stelle

   Un film diesel, che parte a stento e con molto rumore in sovrappiù: l’introduzione della storia si prolunga correndo il rischio che qualcuno lo abbandoni anzitempo. Ma una volta dato il quadro della situazione, “Holy Emy” va via via acquistando una grande sontuosità tanto scenica quanto spirituale, trovando nella piccola, santa Emy un punto cardinale attorno al quale non solo la vicenda narrata nel film, ma forse l’intera spiegazione dell’Uomo può ruotare con fiducia e con speranza.


   Molte le scene forti, che driblano tanto il miracolistico quanto il superstizioso con un doppio tunnel che scorre sia nei condotti lacrimali prodigiosi degli occhi di  Emy, sia nelle trombe di Falloppio di sua sorella Teresa, una rincorsa al Divino che riparte in contropiede ogni volta che l’assedio in area di rigore delle “forze contrarie”, come le chiamerebbe Battiato (la comunità cattolica – cattolica o ortodossa? i filippini sono tradizionalmente cattolici, ma la Grecia che li ospita è ortodossa, e ortodossa è la processione in cui Emy ha una delle sue visioni [n.d.a.]; la cinica e pedante ingerenza del giovinastro che seduce Teresa; la scena splendida della moria di pesci coperti di catrame in cui si immerge la protagonista; o anche l’episodio di alleggerimento emotivo durante il quale cadono a terra come pere mature tutte le puerpere dell’ospedale in cui si trova Teresa) cerca di negare la missione salvifica a cui Emy è intrinsecamente, ereditariamente, ineluttabilmente legata.


   Ben riuscito l’inserimento dei personaggi “cerniera”: la misteriosa Christina, un’anziana signora sulla quale aleggia una nemmeno sottintesa scomunica da parte della comunità filippina; Luis, un suo “adepto”, presentato come il classico “guaritore filippino” tutto sommato agnostico (si perdoni lo stereotipo, ma vi ricordate di quei filippini che infilavano le mani nella pancia delle persone senza anestesia e ne estraevano sanguinolente risultanze liberandole dal male? Ecco, uno di quelli); la signora Linda, animatrice “inquadrata” della comunità religiosa (divertenti, se ci si può divertire in un film come questo, i canti al Signore coreografati di quella brava gente) alla quale Emy sa, date le condizioni poste e senza mai ricambiare la psicologica violenza che le viene usata, che non potrà mai aderire con pienezza.

 

   Un lavoro molto struggente, molto intenso e coinvolgente, una vera sorpresa che il Giffoni Festival 2022 ci regala, mattatore assoluto della Hellenic Film Academy Awards dello stesso anno e ben apprezzato anche in altri ambiti quali, tra gli altri, il prestigioso Festival di Locarno.

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