Regia di Sita Likitvanichkul, Jetarin Ratanaserikiat, Apirak Samudkidpisan, Thanabodee Uawithya, Adirek Wattaleela vedi scheda film
Idea di partenza intrigante, sviluppo un tantino deludente. Nel complesso discreto
Jane, una studentessa universitaria della facoltà di medicina, si prende cura della sorella minore e della nonna, ma è sommersa dai debiti e oltre a studiare, lavora per pagarli; non dorme molto, perché non ne sente la necessità e con una punta di orgoglio, dichiara che in questo modo utilizza tutte le 24 ore della giornata. Jane viene a conoscenza, tramite la sua insegnante, di una casa farmaceutica tedesca, che sta compiendo una ricerca sperimentale e segretissima “Progetto Deep” un esperimento che si può svolgere su tre livelli di difficoltà; al partecipante che deve restare sveglio, viene inserito un microchip, che estrae la qratonina dal cervello, un orologio allacciato al polso che ne mostra in tempo reale, la percentuale ricavata, arrivati al 100%, il livello è ovviamente concluso. L'esperimento è semplice ma ha una terribile controindicazione: se ci si addormenta per più di 60 secondi, il microchip va in corto, causando un infarto o ictus e quindi morte immediata del soggetto. Jane accetta di partecipare al primo livello e conosce altri coetanei e colleghi che hanno aderito all’esperimento. Win, un ragazzo festaiolo, orfano di madre e con un difficile rapporto col padre; Cin, una fashion blogger di successo; Peach, un nerd introverso. I quattro formano un affiatato gruppo, che ci prende gusto e decide di provare ad arrivare fino in fondo e guadagnare il premio finale di centomila bahts, la moneta thailandese. Il primo livello è facile, ma a partire già dal secondo, cominciano i guai, poi la faccenda prende una piega veramente inquietante, i quattro protagonisti insonni e la sorella minore di Jane si ritrovano incastrati in un ricatto estremo, che metterà in serio pericolo la loro vita. L'idea di base di questo film è intrigante: sondare e scrutare in fondo all'abisso dell'insonnia, tra disturbi mentali e fisici, allucinazioni e amnesie e quant’altro. Nella realtà ci sono state ben 4 persone che, in diversi periodi storici, si sono cimentati in questa bizzarra sfida a sé stessi: ha cominciato Peter Tripp, poi Randy Gardner a seguire Toimi Soini e infine Robert McDonald, quest’ultimo, a detta dei cronisti dell’epoca, avrebbe resistito ben 18 giorni senza dormire. Deep dunque prende lo spunto da eventi di cronaca vera e quindi avrebbe tutte le carte in regola per essere un buon prodotto, ma in sostanza promette molto, ma mantiene meno. Dopo che i protagonisti sono costretti a rimanere svegli per giorni, la regia avrebbe potuto soffermarsi e approfondire le conseguenze della privazione coatta del sonno, ma rimane invece incollata su sguardi assenti, senza mostrare davvero la sofferenza e la resistenza dei partecipanti. Nonostante il ritmo veloce, la pellicola non riesce a trovare un giusto equilibrio. A tratti pare una commedia giovanile, a volte un dramma di stampo famigliare, con qualche picco di tensione. Il modo in cui si è scelto di sviluppare la storia, non è altrettanto forte come il punto di partenza, gli snodi principali della trama appaiono fragili e anche se c’è un colpo di scena finale, la risoluzione appare piuttosto semplicistica. Tuttavia al netto di ciò, bisogna riconoscere che gli elementi del classico Sci-Fi ci sono, dal ricercatore crudele al microchip impiantato sotto pelle, fino all’orologio che conta i secondi che ti separano dalla morte se ti addormenti. ”Deep” è un film coraggioso, perché realizzato proprio dai giovani cineasti thailandesi,in sinergia con l’Università di Bangkok, per dare l’opportunità ad aspiranti filmmaker locali di lavorare e di cimentarsi in un lungometraggio
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta