Regia di Terence Fisher vedi scheda film
La Hammer di tanto in tanto ha proposto anche mediocri pellicole. Tipo Le spose di Dracula, una produzione misera che lesina sul cast (manca Christopher Lee) e sugli effetti speciali (del tutto assenti). La bella fotografia e i costumi sono l'unica cosa che resta di un -tra tanti della casa- maldestro tentativo di sfruttare il filone sui vampiri.
Partita dalla Francia, Marianne (Yvonne Monlaur) attraversa la Transilvania per trasferirsi al collegio di Badestein, nel quale è stata assunta per svolgere il ruolo di insegnante. Lasciata a piedi dal cocchiere, la ragazza trova ospitalità temporanea presso la lussuosa magione della baronessa Meinster (Martita Hunt). È in questa circostanza che apprende con orrore della condizione del figlio (David Peel), tenuto in catene dall'anziana donna. Dopo averlo liberato, Marianne s'imbatte nel cadavere della baronessa, fuggendo impaurita dal castello. Trovata priva di sensi dal dottor Van Helsing (Peter Cushing), Marianne viene condotta al collegio. Una serie di morti misteriose sembrano avvallare la teoria di Van Helsing sulla realtà del vampirismo. L'autore è il barone Meinster, di nuovo in attività dopo essere stato liberato proprio da Marianne.
"Transilvania: terra di oscure foreste, di spaventose montagne e di profondi laghi neri. Qui forse nacquero le tenebrose forze della magia. Siamo alla fine del XIX° Secolo. Il conte Dracula, monarca dei vampiri, è morto. Ma i suoi discepoli vivono ancora per divulgare il suo culto sanguinoso attraverso il mondo." (Voce narrante, dopo i titoli di testa)
La Hammer continua a sfornare horror sui vampiri ma ormai il tema è a dir poco abusato. Punta sull'eleganza di Terence Fisher, regista simbolo della casa e qui supportato da una splendida fotografia. Costumi e location affascinanti sono però al servizio di una storia che parte in maniera interessante (sino alla liberazione del vampiro), perdendosi via via in uno sviluppo fiacco e inconcludente. L'assenza di Christopher Lee si fa pesantenente notare e David Peel nei panni del vampiro - peraltro ben poco in scena - sfiora atteggiamenti e look da parodia. Qualche pipistrello di gommapiuma fatto svolazzare attaccato a fili invisibili, è il massimo in termini di effetti speciali che Le spose di Dracula possa offrire.
Evidentemente la Hammer ha puntato su un filone molto apprezzato, cercando di contenere il più possibile il budget. Peter Cushing, per quanto professionale, da solo non riesce a rendere migliore una dozzinale, derivativa, soporifera e involontaria parodia di Dracula. Tra l'altro siamo nella fase pudìca, quasi bigotta (che durerà ancora anni) di Hinds & Carreras, pertanto non è presente nemmeno quel vago e sotteso erotismo, per quanto allusivo e trattenuto, che rende più interessanti i successivi e ultimi film sui vampiri prodotti dalla celebre casa inglese. Qui infatti, le due misere "spose" dell'impacciato, anonimo e imbalsamato succhiasangue (Dracula non c'entra, nonostante l'ingannevole il titolo) - in scena per una manciata di secondi - si limitano a fare facce sorprese e sorridenti, mezze inebetite, mostrando con malcelata ironia una dentatura posticcia da cane lupo.
"Non ho mai incontrato un vampiro di persona, ma chissà cosa può riservarci il futuro!” (Béla Lugosi)
Trailer
F.P. 04/04/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 82'05")
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