Regia di Terence Fisher vedi scheda film
Un'affascinante variante sul tema dei vampiri, dal piacevole sapore antico.
In questo caso, il vampiro protagonista è meno stereotipato del solito. Ha un aspetto e delle caratteristiche più umane e sofisticate, e poi è biondo e bellissimo.
Anche la trama offre delle situazioni un po' meno banali e meno ricalcate di quelle che il cinema aveva offerto a lungo attraverso i numerosi film con protagonista Christopher Lee.
Questa volta, il vampiro è un certo barone Meinster che vive in un castello in Transilvania con sua madre, la baronessa Meinster, che lo tiene prigioniero in una stanza, cosciente di quanto sarebbe pericoloso lasciarlo libero. E per giustificare la propria decisione, racconta alla gente che è pazzo e necessita esser tenuto fermo e sotto controllo. Lui nega tutto e accusa la madre di essere crudele, riuscendo con tatto e garbo, a convincere, affascinare e impietosire una ragazza che decide di aiutarlo e liberarlo.
Il risultato sarà che vorrà far di lei la sua terza sposa, dopo aver già vampirizzato altre due donne. Naturalmente alla fine si risolverà ogni cosa e il barone-vampiro sarà distrutto dal professor Van Helsing, ancora una volta interpretato dal bravissimo e mitico Peter Cushing. Impeccabile la sua prova. Brave ed efficaci anche Martita Hunt e Yvonne Monlaur.
Un film di genere in definitiva discreto e ben fatto, denso di raffinata tensione psicologica, di ottimi trucchi ed effetti speciali adeguati all'epoca e di ambientazioni suggestive.
Gli amanti dei vecchi film di vampiri non dovrebbero perderselo.
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