Regia di Michael Gordon vedi scheda film
"...e giusto in fin della licenza ... io tocco". Fatevi toccare l'anima da questo capolavoro dimenticato!
CIRANO DI BERGERAC (1950)
(prima recensione)
I miei genitori non seppero mai quel che avevo combinato nell'ottobre del 1955 sentendomi brutto come Cirano agli occhi delle ragazze. Per fortuna non era colpa del naso ma qualcosa dovevo pur inventarmi. Nato in febbraio, mi avevano fatto cominciare le elementari a cinque anni, privatamente, anzichè a sei. Nessun particolare problema ad essere il più piccolo della classe fino alla terza media inferiore: tutti maschi e calzoni corti per buona parte di noi.
Poi, scuola media superiore (ragioneria): primo giorno e naturalmente - più fanciullo degli altri ed ora unico coi calzoni corti - mi mettono al primo banco.
Classe mista, con una ventina di ragazze, ai miei occhi già donne. Mi sentii fortemente a disagio. Eravamo d'accordo sui calzoni lunghi, ma il sarto (un amico di famiglia) era leggermente in ritardo: "domani saranno pronti!". E così fu, ma si trattava dei famigerati (e ormai non di uso comune) "pantaloni alla zuava", per di più completati da calze di filanca rosse a mettere in evidenza le mie smilze gambine di tredicenne!
Mi vergognavo come un ladro e non andai a scuola - di nascosto dai miei - per parecchi giorni (in attesa dei "veri" calzoni lunghi), facendomi infine giustificare l'assenza, come la scuola pretendeva, "personalmente da un familiare": un "fratello maggiore" inventato (quattro o cinque anni più di me, alto un metro e novanta), vicino di casa che si prestò al gioco e non solo quella volta: grazie Enzo!
Fu proprio nelle ore pomeridiane di quei giorni di "fughino" che vidi (per tre giorni di seguito) questo splendido film che per me significò praticamente "andare a teatro" per la prima volta. O forse era già accaduto e mi confondo con un altro capolavoro: "Giulio Cesare", del 1953.
Nei primi anni '50 la sera, alla radio - la televisione allora non c'era ancora - trasmettevano frequentemente belle opere teatrali. Mi pare che Cirano fosse interpretato da Gino Cervi. Un'altra che ricordo bene era "Kean - Genio e sregolatezza", recitata da Vittorio Gassmann, di cui fecero anche un film che però non mi è mai capitato di vedere.
Non c'erano tante opportunità come oggi ma queste offerte radiofoniche penso fossero importanti; o almeno lo furono per me.
Venendo al film, spiace vedere come sia stato completamente dimenticato. Solo panflo lo ricorda, giugno 2010, nella sua playlist "dopo Giulietta e Romeo la più bella storia d'amore", con queste parole: "meraviglioso bianco e nero con un Josè Ferrer poco teatrale e molto cinematografico".
Ed il voto medio attribuito ad oggi dagli utenti di Film Tv (6,9) è troppo basso, ma soprattutto è bassissimo (nove in tutto) il numero dei votanti.
Si tratta invece, a mio parere, di un autentico capolavoro.
E a Josè Ferrer fu assegnato, credo proprio con pieno merito, sia il Golden Globe sia l'Oscar 1951 come miglior attore. Alle sue spalle , rivali prestigiosi: Louis Calhern ("The Magnificent Yankee"), William Holden ("Viale del tramonto"), James Stewart ("Harvey"), Spencer Tracy ("Il padre della sposa").
Nella versione italiana il doppiaggio, importante in questo più che in altri casi, si deve all'ottimo Stefano Sibaldi.
(Nota del 26.5.2016: Purtroppo non pochi anni fa il film è stato ridoppiato - dicono malamente - e la versione originale non è più in commercio! Non resta forse, almeno per chi conosca bene l'inglese parlato, che ascoltare la voce dello stesso Josè Ferrer. Link inserito)
Il ruolo del romantico poeta spadaccino dal lunghissimo naso era già stato per Ferrer un trionfo in teatro sin dal 1946. Di lui, naturalizzato statunitense ma di origine portoricana, non si può non ricordare che continuò, anche come regista, una intensa (e premiatissima) attività teatrale alternandola a quella cinematografica della quale indimenticabili sono pure la partecipazione nel 1948 a "Giovanna d'Arco"(candidatura all'Oscar come attore non protagonista) e soprattutto la sorprendente interpretazione di Toulouse Lautrec (girata in ginocchio per meglio rendere il nanismo del celebre pittore) nel film del 1952 "Moulin Rouge" di John Huston.
(di Victor Fleming)
(di John Huston)
(di Woody Allen)
La regia è di Michael Gordon, nome forse poco noto e un motivo c'è: nel 1951 fu costretto dal maccartismo alla inattività forzata, dopo i suoi due film di quell'anno evidentemente ben poco graditi. "La conquistatrice" (che racconta con estremo realismo il mondo privo di scrupoli del commercio) e "Il segreto del lago" (nel quale pare si affermi che in determinate circostanze, per favorire una giustizia popolare, sia opportuno mentire alla legge). Affiliato ad associazioni di sinistra, potè calcare le scene di nuovo solo nel 1959 ("Il letto racconta").
Il Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand pocurò gloria immensa al suo autore, accolto come fu con entusiasmo dai critici e dal pubblico fin dal suo esordio, il 28 dicembre 1897, benchè egli - ho letto - non ci contasse proprio, al punto che qualche minuto prima della recita aveva domandato scusa alla compagnia per averla trascinata "in questa avventura spaventosa".
È indubbiamente uno dei personaggi più amati del teatro. Quei pochi che non lo conoscano, spero abbiano l'opportunità di vedere questo gran film.
Per me, il centesimo di cui parlo: sicuramente uno dei migliori.
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https://www.youtube.com/watch?v=K_r0Vcf4IVQ
(in inglese; versione eccezionalmente nitida, ottima anche a schermo intero)
https://www.youtube.com/watch?v=QEacXeAbHpQ
(8 minuti: il discorso del naso e il conseguente duello; inglese; versione colorata, qui non guasta affatto!)
https://www.youtube.com/watch?v=8_svDly-4vo
(in italiano; pellicola però non molto nitida)
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