Nel documentario incontriamo la terza generazione dell'occupazione palestinese. Sono esuberanti e politicizzati, ma anche infantili (o adolescenti terribili) e funky. Pedine di una vita che non hanno scelto, costretti a diventare adulti prima del tempo, centinaia sono in carcere con scarsissima assistenza legale. Si entra così nelle famiglie palestinesi i cui figli sono in prima linea nella resistenza, nel tentativo di proteggere la loro libertà.
di CALVAL
Il carcere come luogo estremo, luogo in cui sopravvivere o morire, evadere o (a volte) riscattarsi.
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