Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Fin da piccolo, Antonio (Sergio Rubini) - professore di filosofia a Napoli - è ossessionato dalle dimensioni ipertrofiche dei suoi denti. Il pensiero fisso si estende a tutto il resto e soprattutto all'idea che la sua bella convivente Mara (Anita Caprioli) voglia tradirlo con un dentista. Per Antonio inizia allora un calvario che lo porta da un odontoiatra all'altro. Una nuova dentizione coinciderà con la rinascita spirituale.
Smaccatamente tracotante, il film tratto dal romanzo di Domenico Starnone vuole essere un viaggio psicologico dagli accenti marcatamente onirici nell'identità di un uomo, il cui cannibalismo relazionale viene metaforizzato dalle dimensioni dei denti. Non manca qualche battuta divertente, ci sono molte trovate visivamente originali, la musica di Eraldo Bernocchi è pertinente e gradevole e il cammeo di Fabrizio Bentivoglio è come di consueto un pezzo di inarrivabile bravura. Ma il resto è filosofia crassa, sadismo nei confronti dello spettatore (la virulenza di alcune scene non è paragonabile nemmeno con quella esercitata dal dentista nazista de Il maratoneta) ed albagia intellettualoide.
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