Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Guardare in faccia il potere per quello che è, per quello che non può non essere teatro di sangue merda e morte. L'ultimo ( ahilui e ahinoi ) film di Pasolini è una profezia lucidissima che parte dal fascismo di ieri per arrivare al fascismo di oggi. Un film ultimo senza speranza dove il potere ha gettato la sua maschera, l'ordine si regge sul disordine, la felicità si regge sul dolore e la vita si regge sulla morte. Un film post-cristiano dove l'incapacità da parte della chiesa di opporsi al potere recuperando lo spirito di povertà e tolleranza ne ha decretato il declino. Un film post-marxista dove la spinta verso l'uguaglianza dei diritti e la libertà del corpo diventeranno il regno della delazione e del terrore bolscevico e il corpo verrà violentato profanato e consumato senza nessun limite morale. Il potere si nutre della possibilità di reiterare a piacimento le proprie perversioni sessuali nelle quali l'unico limite è quello del sesso proletario che riproduce il sangue e genera responsabilità sociali. La violenza del potere si deve percepire continuamente, finchè si è vivi si è umiliati e offesi, ogni giorno si è costretti ad ascoltare racconti osceni, storie di sesso autocelebrative di un potere masturbatorio. Le facce più vere del cinema sono diventate pulite e borghesi quelle del potere ghignanti e cerulee sempre più inespressive. Un film definitivo dove l'estetica e l'etica del nostro presente possono dispiegarsi, dove lo scandalo del potere non è più tale se ognuno di noi ne ha accettato lo spirito tragicamente conformistico.
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