Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Salò è un film che prende lo stomaco, eppure c'è una grande poesia di fondo, una poesia necrologica che non teme la morte e la affronta in tutta la sua violenza psicologica (e fisica). Non è di facile lettura e il calvario dei ragazzi sembra essere fine a se stesso. Il potere logora e ammazza sondando l'abisso e la fondamentale efferatezza dell'animo umano. L'istinto è irrefrenabile e la bassezza spirituale porta allo sterminio di qualsiasi ideologia. Solo una falsa omologazione, la finzione finale di adeguamento alle regole può salvare l'uomo nella società contemporanea, altrimenti destinato a essere ingoiato e a perire sotto la legge della macchina sociale. Il risultato potrebbe essere la visione di ciò a cui va incontro l'uomo contemporaneo: la distruzione di qualsiasi fantasia, sogno o ideale e la diffusione per selezione, per così dire, "naturale" di un unico modello di essere umano stereotipato.
La regia di Pasolini non si smentisce e anche in questo film la macchina da presa riprende con crudezza tutto ciò che si pone di fronte al proprio obiettivo. Pasolini colpisce la mente e lo stomaco, sfoderando un messaggio di avvertimento chiaro e illuminante, nel suo ultimo capolavoro.
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