Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Non ringrazierò mai abbastanza Pasolini per avermi regalato questa sfavillante perla
Quattro Signori, rappresentanti dei poteri della Repubblica Sociale Italiana, il Duca, il Vescovo, il Presidente della Corte d'Appello e il Presidente della Banca Centrale incaricano i soldati repubblichini di sequestrare con la forza un gruppo di ragazzi e ragazze e di portarli in una villa a Salò sotto la loro supervisione. Sarà l'inizio per loro di un lungo e tremendo calvario.
Dopo la cosiddetta “Trilogia della vita”, Pier Paolo Pasolini intendeva girare una “Trilogia della morte” che ne facesse da nemesi: doveva farne parte il Salò che poi fu girato, il vociferato "Porno-Theo Kolossal" e un altro capitolo rimasto innominato.
Così, se nelle tre precedenti pellicole veniva osannata la vita attraverso la celebrazione del sesso, descritto come atto libero, spontaneo e soprattutto anticlassista, in "Salò o le 120 giornate di Sodoma", ispirandosi all'opera del Marchese De Sade, il sesso diviene invece strumento di tortura e di conseguenza come mezzo tramite il quale stabilire la meglio di una classe su di un'altra (non a caso, i quattro signori portano i nomi dei quattro tipi di potere istituzionale).
Del tutto rilevante l'ambientazione che fotografa l'incombente morte del regime fascista, periodo nel quale l'esercizio arbitrario del Potere sui più deboli ha raggiunto vette agghiaccianti, perché come dicono i signori stessi citando Klossowski, "Noi fascisti siamo gli unici veri anarchici" e "L'unica vera anarchia è l'anarchia del potere". Concetto sostenuto da Pasolini fino ai limiti della sopportazione e accentuato dalla amara contrapposizione tra dialoghi letterari e filosofici e l'orrore delle atrocità perpetrate. Il regista unisce Freud e Marx, unendo la prevaricazione politica con quella sessuale e inscenando, secondo le sue parole, “la mercificazione dei corpi da parte del Potere”.
Assolutamente non per tutti, ma tutti dovrebbero vederlo almeno una volta nella vita, soprattutto molti di coloro che continuano a sostenere il falso mito che il fascismo sia stato meno nefando e criminale della sua controparte tedesca
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