Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Film atroce al limite della sopportazione, da vedere solo una volta nella vita, un pugno nello stomaco e nelle viscere.
Salò o le 120 giornate di Sodoma Italia-Francia 1975 la trama: 4 persone designate come i Rappresentanti del potere della RSA(Repubblica Sociale italiana), il potere della Casta, il potere della Chiesa, il potere economico ed infine il potere giudiziario, incaricano i soldati della Repubblica di Salo’ di rapire un gruppetto di ragazze e ragazzi di sinistra. Dopo una dura ed accurata selezione i prescelti verranno rinchiusi in una villa isolata di campagna, arredata in modo postmoderno e vigilata da un manipolo di nazionalfascisti. La recensione: Il film si ispira molto liberamente al libro del marchese Donatien Alphonse François de Sade “Le 120 giornate di Sodoma”, sceneggiato dal regista Pier Paolo Pasolini, Pupi Avati e Sergio Citti. La fotografia del maestro Tonino Delli Colli e la colonna sonora assemblata da Ennio Morricone. Film scandalo del 1975 uscito postumo dopo la morte di Pasolini, fu vessato e sequestrato, come “Ultimo tango a Parigi” del 1972 di Giuseppe Bertolucci. Visto in una edizione restaurata a cura della Cineteca di Bologna. Viene subito dopo la “Trilogia della vita”: Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il Fiore delle Mille e una Notte. Un film fortissimo e disturbante che affronta in tema scabroso la sessualità e tutti i suoi viziosi estremi. Un film che parla di uso coercitivo del Potere e dei suoi perversi abusi. Un film sulla falsa tolleranza, con corpi innocenti violati, brutalizzati, manipolati, degradati fisicamente e moralmente. La vita sessuale da privata resa senza tabù al pubblico ludibrio, le esigenze corporee e fisiologiche filmate nei minimi particolari, senza rispetto ne dei personaggi, ne degli attori. Il sesso da pratica sana e gioiosa, trattato con dolore e costrizione, un disumano ed aberrante degrado, dove si va oltre l’immaginazione, perché quello che vediamo è ributtante. Un film scandaloso ed oltraggioso oltre ogni limite, opera immorale e fastidiosa da vedere una volta sola nella vita, perché intollerabile in alcune scene secondo me al confine con il cinema pornografico di Gerard Damiano, con titoli illustri per l’hard core come “The world of Joanna” e “People”. Un film sequestrato, dissequestrato, tagliato e rimontato più volte, però rimane impresso sempre un fastidioso e noioso degrado putrescente e sordido, un film lucidamente disperato e definitivo, sul corpo visto come merce, un film troppo libero ed avanti anni luce per quei tempi, un film che è un canto funebre, le vite umane senza valore, la morte quasi come liberazione dalle vergogne subite. Voto 8 ma molto onestamente non mi rappresenta come spettatore, perché il disgusto supera il piacere della visione. Interpreti e personaggi Paolo Bonacelli: Duca Giorgio Cataldi: Monsignore Uberto Paolo Quintavalle: Eccellenza Aldo Valletti: Presidente Caterina Boratto: signora Castelli Elsa De Giorgi: signora Maggi Hélène Surgère: signora Vaccari
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