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Superman II - The Richard Donner Cut

Regia di Richard Donner, Richard Lester vedi scheda film

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La recensione su Superman II - The Richard Donner Cut

di Marco Poggi
7 stelle

La versione di "Superman II" di Richard Donner del 2006 si differenzia da quella di Lester per molti motivi: primo fra tutti la reintroduzione del personaggio di Jor-el, impersonato da Marlon Brando.

La versione di "SUPERMAN II" di Richard Donner del 2006 si differenzia da quella di Richad Lester, del 1980, per molti motivi: primo fra tutti la reintroduzione del personaggio di Jor-el, impersonato da Marlon Brando (visto che, ad esempio, è proprio il suo personaggio, e non quello di Susannah York, a spiegare al Lex Luthor di Gene Hackman chi sono il generale Zod e i suoi complici Ursa e Non, quando questi arriva al polo Nord e scopre la Fortezza della Solitudine di Superman e i suoi magici cristalli del passato). Richard Donner aveva girato delle scene con i criminali di Krypton perché pensava di non essere estromesso dal numero 2 e, per questa versione, che è solo un'estenuante operazione di rimontaggio, ha usato scene di Richard Lester (come Lester all'epoca usò le sue). Applausi dalla critica e consensi dal pubblico americano, che oggi sputa volentieri sulla versione comunque dignitosa del 1980, ma il film rimane una versione ufficiosa a causa dell'uso di alcune scene-provino (dove Christopher Reeve  ha sul naso deglii occhial,con una montatatura diversa da quella che indossa in scena, quando si rivela a Margot Kidder - sembra una scena girata negli anni'60, dove il Reeve occhialuto assomiglia a Cary Grant - ) e per l'assenza  di un finale degno di questo nome  Non esiste nemmeno un doppiaggio italiano di questa versione di "SUPERMAN II" (nemmeno coi doppiatori della versione estesa di "SUPERMAN, IL FILM", arrivata in home video nel 2000) uscita pure da noi, soprattutto nei cofanetti home video dell'intera saga del 1978/87. Donner cancella certe scene comicheggianti degli anni'80, Non, infatti, non è un gigante sciocco alla Squalo di Richard Kiel che vuole farsi notare dallo Zod di Terence Stamp, ma è un essere minaccioso quanto Ursa e Zod stessi. Addio alle scene iniziali francesi, Richard Donner le elimina per  ritornare al missile nucleare scagliato nello spazio da Superman nel primo film, perché è la sua esplosione a liberare i tre cattivi alieni, e non una bomba nascosta dentro un ascensore della torre Eiffel. Persino il materiale girato alle cascate del Niiagara è stato modificato, come anche quando la Lois della Kidder scopre che il Clark di Reeve è Superman. Oggi suona strano che la giornalista Lois Lane non debba conoscere la doppia identità di Clark e che Superman non possa essere libero di amarla, senza venire meno alla sua missione eroica, ma c'è chi, già allora, trovava sciocchi il superbacio di Superman che faceva perdere la memoria a Lois e persino .la esse del suo costume che si ingigantiva e che l'eroe usava come una rete per intrappolare Non. Come ho già scritto, vengono tolte molte scene comiche dell'edizione di Lester e la storia d'amore fra Lois e Clark non è così centrale, come il rapporto padre/figlio fra Jor e Kal-El, però ci possiamo gustare la faccia severa e gigantesca di Marlon Brando (che potrebbe ricordare certi primi piani di quella di Galactus, il divoratore dei mondi dei fumetti Marvel), o sempre l'ex-Vito Corneone che si materializza, come un fantasma, davanti al figlio, nella, finalmente toccante e rivelatoria scena della restituzione dei poteri a Superman.

"SUPERMAN II", che sia diretto da Richard Lester, (con scene prese dall'edizione  di fine anni'70 di Donner), o rimontato nel 2006 da Donner, (con scene di Lester del 1980) per me resta il miglior film mai girato sul supereroe dal mantello rosso e il costume blu, anche perché il primo piiù che un cinefumetto vintage, mi è sempre sembrato  un film sui disasstri naturali, con supereroe incluso. E poi, finalmente, ci sono scene dove il Superman di Christopher Reeve può mrenare le mani e sono proprio quelle scene che rendono un "SUPERMAN II" veramente fantasioso e fumettistico...All'inferno il realismo nolaniano de "L'UOMO D'ACCIAIO", di Zack Snyder, anche se Christopher  Reeve si sarebbe meritato un Lex Luthor migliore del gigione Gene Hackman, o almeno un Gene Hackman che gigione non lo era affattto.. 

Dedicato, giustamente, alla memoria di Christopher Reeve. 

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