Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
Strutturato attorno a un romanzo di Camille DeAngelis, il film di Guadagnino, pur ambientato nell'America degli anni ottanta, del reaganismo rampante di una società che si considerava forte e vincente, diventa un racconto di profonda solitudine, di sconfitta e emarginazione, dove le generazioni, letteralmente, si divorano le une con le altre. Film intensissimo e bello, molto difficile da incasellare, (un teen horror? Un film sentimentale? Un road movie?), vede protagonisti due adolescenti (o poco più), che hanno i meravigliosi corpi di Taylor Russell (Premio Mastroianni a Venezia 2022) e Timothée Chalamet, che per una qualche ragione nascono cannibali e qui e là nelle loro vite devono cibarsi di altri corpi umani. Scoprono l'esistenza di una comunità di emarginati come loro, che come bestie selvagge si annusano a distanza, trovandosi. Corpi chiaramente estranei, vagano per le strade di un'America profonda e desolata, dai grandi stati del nord alle grandi pianure dell'Iowa o del Nebraska. Così come loro si nutrono di malcapitati, così la loro solitudine (e il loro amore) cresce, dominato dai loro dubbi esistenziali e dai paesaggi, che Guadagnino è bravissimo a tenere a bada, non lasciando che la loro potenza divori, invece, il film. Un lavoro struggente, a tratti insostenibile, un amore cannibale, totale e senza una goccia di zucchero, ma con molto sangue, sulle bocche, sui corpi, sulle lingue, sulle mani. Sopra tutto e tutti, sopra una storia quasi senza meta, gli occhi grandi di una generazione perduta, di un improbabile futuro, oscuro e sanguinoso come un corpo squarciato lasciato in un campo di grano. Potente, bellissimo e commovente.
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