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The Story of Film: a New Generation

Regia di Mark Cousins vedi scheda film

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La recensione su The Story of Film: a New Generation

di alan smithee
7 stelle

locandina

The Story of Film: a New Generation (2021): locandina

FESTIVAL DI CANNES 74 - SEANCES SPECIALES

Ecco l'ultimo, o quantomeno il più aggiornato capitolo della colossale opera "enciclopedica" che l'acuto documentarista irlandese Marc Cousin ha dedicato al cinema e ai film, dopo la infinita prima parte da 900 minuti risalente al 2011.

Al centro di questo nuovo capitolo, come è presumibile aspettarci, il regista si domanda cosa è capitato al cinema dopo la chiusura occorsa dal marzo 2020 a causa della pandemia da Covid 19.

E nel ponte ideale che l'acuto cineasta, grande affabulatore in grado di tener desta l'attenzione con raffronti e paragoni tra il geniale e l'impossibile da cogliersi, riesce a costruire tra il periodo pre-Covid e quello di una ipotetica visione di un futuro con via d'uscita, ecco che l'occasione per i suoi audaci parallelismi tra film e generi, diviene un gioco coinvolgente e stimolante anche per uno spettatore che sia solo mediamente preparato in materia, o anche solo modesto conoscitore degli ultimi titoli usciti dal 2011 ad oggi.

scena

The Story of Film: a New Generation (2021): scena

scena

The Story of Film: a New Generation (2021): scena

Si parla di solitudini da pandemia, e si arriva a confrontare quelle del Joker con la situazione dell'eroina di Frozen; si parla del ritorno all'horror politico/razziale dopo i decenni trascorsi dalle opere notevoli di Craven; si parla del ruolo del cinema in un contesto in cui l'arte della rappresentazione cinematografica resta uno degli appigli fruibili secondo modalità alternative che da una parte rischiano di mandare in crisi un settore, dall'altro di avvicinare ancora più persone ad un mondo che, per forza di cose, con la fruizione domestica, appare più in grado di affrontare la concorrenza fino a poco prima sleale del mezzo televisivo.

Cousin parla moltissimo, come un vortice senza fine, asfaltandoci ma lasciandoci anche inchiodati alla poltrona, impegnati a non perdere nemmeno uno dei collegamenti, a volte più intuitivi, a volte quasi cervellotici, con cui l'autore tesse la sua tela intricata e geniale sul mondo del cinema, scendendo in un labirinto di particolari che risulta impressionante.

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