Regia di Dario Argento vedi scheda film
Una certa aspettativa per questo "Occhiali neri" che vede il ritorno alla regia di Argento dopo una pausa di dieci anni, accolto in maniera contrastante ma con un buon numero di recensioni non ostili o anche abbastanza positive. L'aspettativa talvolta può giocare brutti scherzi e qui ci si aspetterebbe il ritorno ad una forma almeno accettabile da parte di quello che nel suo genere è stato certamente un maestro e un innovatore, ma a conti fatti ci ritroviamo con un thriller per molti versi elementare, con una trama che ha una progressione drammaturgica claudicante, personaggi scarsamente caratterizzati, psicologie fin troppo scontate, colpi di scena telefonati e una figura di assassino che non convince. Argento parte bene con le scene dell'eclissi di sole che creano un umore disturbante grazie a una fotografia più ispirata del solito, ma poi si nota troppo spesso che ricorre a dei "production values" da film di serie B di qualche decennio fa, dando alla pellicola un'aria trasandata che non è certamente riscattata dalla narrazione, e le scene girate con un qualche estro figurativo sono veramente poche, mentre predomina un'immagine piatta e soluzioni visive fin troppo antiquate. Anche gli elementi sociologici del copione, come il discorso sull'inclusione che può riguardare sia il bambino cinese che la protagonista cieca, appaiono poco approfonditi e inseriti a casaccio, senza una vera necessità narrativa. Dignitosa l'interpretazione della protagonista Ilenia Pastorelli nel difficile ruolo di Diana, che sta in scena per quasi tutto il film ed è stato affrontato dall'attrice con un impegno forse degno di migliore causa, mentre discreta ma niente più la figlia Asia in un ruolo di supporto. La parte finale nella foresta, che riecheggia volutamente "Phenomena", non risolleva il bilancio del film a causa di un accumulo di banalità che purtroppo ne determina il voto non sufficiente, ed è un peccato.
Voto 5/10
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