Regia di Dario Argento vedi scheda film
OCCHIALI NERI ovvero la banalità del Male. Dario Argento riprende in mano uno script che aveva ideato quasi vent'anni fa e costruisce una storia che racchiude, forse, tutto il suo cinema tra alti e bassi. Inizio sfolgorante dove una musica "accecante" (è proprio il caso di dirlo!) descrive un'eclissi (simbologia di qualcosa?).
Per tutto il primo tempo il film è un continuum di azione e terrore finché, a metà film... Chi vi scrive, in questo momento, ha aspettato circa una settimana prima di descrivere ciò che la visione ha suscitato. Se di primo acchito una grossa lacuna narrativa mi ha creato una gran delusione all'uscita dalla sala, nei giorni successivi mi sono confrontato con opinioni altrui di critici o semplici appassionati. Tutte le delusioni erano provocate, appunto, da quel particolare mentre, invece, chi lo ha giudicato un prodotto positivo ha trovato una spiegazione logica nella banalità del Male. Sì, concordo, come un Van Sant di ELEPHANT cercava una spiegazione al Male e, non trovandola, non la forniva volendoci dire che, appunto, non esiste. OCCHIALI NERI nei tempi attuali può essere anche letto in maniera metaforica della cecità che il popolo ha di fronte all'elefante che gli si para innanzi ed attorno (come nel già citato film di Gus Van Sant). La protagonista è una spregiudicata Alice nel Paese degli Orrori (rappresentati anche da particolari spettacolari ma, apparentemente, insignificanti o che sembrano c'entrare nulla col resto come i serpenti mostruosi... forse simbolo del Peccato Originale? oppure della stessa Eclissi, forse metafora di una società che abbraccia la fine ma rifiuta i rapporti col male perché....... puzza?), una Maria Maddalena per nulla redenta perché, in questo periodo, il suo mestiere rappresenta l'ultimo dei peccati quando il cuore è buono.
Argento mette in scena gli elementi impegnati di TENEBRE e dei thriller sociali dei Vanzina e rappresenta la realtà che lo circonda. Stavolta fa entrare nel suo Universo l'orrore reale, rendendo il thriller neorealismo fantastico e pornografico alla Pasolini/Ferreri, anche se questa è un'opinione personale e non è detto che sia così. Comunque se la "non spiegazione" in questo caso diventa "spiegazione" di un "non finale" (che non dico qual è e il perché per non spoilerare, anche se ho lasciato indizi in codice nella recensione) purtroppo la narrazione contiene alcune lacune reali (come, in passato, altri suoi film più riusciti) e questo personale SALÒ, a caso (o no?) uscito nel periodo del Centesimo Anniversario della nascita del grande Pier Paolo Pasolini e dei venti di guerra che preoccupano tutta l'Europa (e non solo!), finisca per essere riuscito solo nelle buone intenzioni (ma, in parte, anche visivamente!), nadir del cinema di uno dei Maestri che ha dato molto ai generi giallo, thriller e horror!!!
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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