Regia di Dario Argento vedi scheda film
Occhiali neri (2021): locandina
Nelle parole della protagonista per spiegare un metodo di superamento del lutto è esplicita anche l’essenza del film: un incubo a occhi aperti da cui poi ci si sveglia. Con tutti i difetti (fotografia vivace, recitazione trascinata con pause artificiose, un paio di stacchi di montaggio repentini durante gli omicidi, come l’investimento, in cui il rumore dello schianto a terra è troppo flebile) lo scopo è la creazione di un’atmosfera onirica senza particolari preoccupazioni per la consequenzialità della trama. Infatti la struttura slasher con il killer di prostitute presenta dei personaggi sfortunati che si ritrovano sulla strada dell’obiettivo principale di quest’ultimo, mentre la coppia Diana e Chin, legata da un incidente causato sempre dall’assassino, deve scappare; e in questa fuga niente è scontato, perché ad esempio in un bosco possiamo trovare dei serpenti nell’acqua del fiume, che fungono da ostacoli effimeri ma terrorizzanti per i personaggi. Il fascino risiede proprio in questo mondo in cui il pericolo reale viene sospeso da momenti di terrore psicologico e allegorico: un altro esempio è la signora sconosciuta che grida “andate via” in un vicolo stretto, una persona che viene dal nulla e che aumenta la tensione della fuga; oppure i momenti di solitudine in cui la protagonista ha perso il bambino e vaga per il bosco (l’inquadratura riflesso del suo stato d’animo è il campo lungo). Dettagli non sfruttati appieno a causa di poca inventiva nella gestione della camera, colmata da un efficiente comparto tecnico: una soundtrack elettronica che ricorre spesso e rimane impressa ed effetti speciali splatter artigianali (d’impatto la gola col fiotto e il cane che distrugge la giugulare, con tanto di osso in vista). Solo per appassionati del genere e per chi crede ancora nella sospensione dell’incredulità.
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