Regia di Dario Argento vedi scheda film
Argento torna finalmente dietro la macchina da presa, restando fedele alla sua lunga e unica poetica cinematografica. Racconta la solita storia, ma sempre con un'ottica personale e in tal caso persino spiazzante: l'attenzione al delicato rapporto tra due emarginati, prevale sulla messa in scena dei delitti.
Roma. Un serial killer, muovendosi su un furgone, ha preso di mira alcune escort. Dopo tre delitti, Diana (Ilenia Pastorelli) diventa il suo prossimo obiettivo. Tamponata in macchina dall'omicida, Diana provoca un incidente restando cieca e causando la morte d'una coppia cinese, il cui figlio Chin (Andrea Zhang), viene accolto in un centro di assistenza. Seguita da Rita (Asia Argento), una volontaria che si offre di accompagnarla nel percorso di recupero, Diana finisce per ospitare a casa sua il piccolo Chin.
Una sceneggiatura che da vent'anni aspettava di essere tradotta in lungometraggio, grazie al suggerimento di Asia Argento (impegnata anche nella produzione) trova finalmente concretezza. Tra progetti mai realizzati, intenzioni finite nel nulla (Sandman, la serie TV Suspiria) e un'interessante esperienza nei panni d'attore (Vortex), dopo dieci anni Dario Argento torna dietro la macchina da presa, spiazzando il pubblico per l'approccio del tutto personale al genere. Occhiali neri è infatti un thriller anni Novanta, pieno di citazioni e riferimenti al suo stesso cinema (da Il gatto a nove code a Suspiria, da Tenebre a Phenomena) ma è insolitamente circoscritto al solo ambiente degli emarginati, dei diversi e degli esclusi dalla società (in)civile: la protagonista, una escort, è cieca e a tenerle compagnia sono un cane fedele e un orfano cinese. Questa volta per Argento non è importante dare spazio alla messa in scena del delitto, limitata alla splendida sequenza iniziale e a quella finale, quanto diventa invece centrale raccontare un rapporto sentimentale e di solidarietà tra due esseri umani confinati a margine del sistema. In collaborazione con l'esperto Franco Ferrini, Argento scrive una storia semplice ma ricca di buoni propositi e, inaspettatamente, piena di sentimentalismo. Torna a girare nella Capitale, ben consapevole dei limiti che il budget impone soprattutto al reparto effetti speciali. Per l'occasione il sempre valido Sergio Stivaletti ripropone l'efficace trucco dell'eclissi già messo in scena ne La setta (lì era lunare, ma la tecnica si direbbe la stessa) e riesce a rendere particolarmente disgustosi i due momenti splatter (l'omicidio iniziale della prostituta e l'aggressione del cane nel finale). Ben diretto e altrettanto bene recitato dai protagonisti (Asia è forse qui alla sua migliore interpretazione), Occhiali neri va controcorrente riuscendo a raccontare la solita storia, ma in maniera cinematografica del tutto differente. Merito anche di una bella fotografia, opera di Matteo Cocco, e della notevole colonna sonora di Arnaud Rebotini. Non si comprendono le deliranti, offensive e soprattutto arroganti critiche (altrove, non su Film TV) dirette a un film e a un regista che non le meritano minimamente, poste con pregiudizio e spesso in termini inappropriati. Un film può certamente non piacere: questo non giustifica però l'accanimento di giudizio e il discredito (in tal caso immotivato) nei confronti dell'autore. Molti si spingono a definire ridicolo il movente dell'assassino (non avendolo peraltro capito, dato che citano impropriamente "il cliente che puzza"), come se nella realtà ci fosse una giustificazione o una causa scatenante logica che sta alla base delle azioni di conclamati folli serial killer tipo Maurizio Minghella, triste personaggio sanguinario che potrebbe benissimo aver ispirato Argento e Ferrini in questa specifica circostanza.
Curiosità
Dopo il massacro di due poliziotti, avvenuto sotto casa di Diana, un testimone dichiara di aver visto allontanarsi un uomo su un furgone bianco. Il personaggio è interpretato da Antonio Tentori, sceneggiatore, critico, scrittore e saltuariamente attore (protagonista ad esempio in Come una crisalide), nonchè all'occorrenza comparsa nei film di Dario Argento (lo si intravede paziente di un manicomio anche in Dracula 3D).
"Certamente, la prostituzione era conosciuta da tempo in epoca precristiana. Ma non era degradata, era piuttosto sacra, veniva praticata perfino nei templi e specialmente là, da migliaia di ragazze. Il cristianesimo viceversa disprezzava le prostitute, ma in virtù di una morale da scorbutici senza pari aveva bisogno di una valvola di sfogo. La prostituzione crebbe letteralmente da essa."
(Karlheinz Deschner)
Trailer
F.P. 22/03/2022
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