La recensione su An Unquiet Grave

di undying

5 stelle

L'animo inquieto di un marito vedovo si ripercuote sulla tomba della moglie, destinata a non riposare in pace. Esordio in regia di Terence Krey, in un film horror solo per definizione, essendo in sostanza un dramma dai risvolti soprannaturali.

Esattamente un anno dopo la morte della moglie, Jamie (Jacob A. Ware),

con il supporto della cognata Ava (Christine Nyland), tenta di riportarla in vita ricorrendo a un rituale occulto.

Ancora un debutto in regia, questa volta opera di Terence Krey anche produttore e sceneggiatore assieme alla protagonista Christine Nyland. Si tratta di un horror molto poco pertinente al genere, essendo privo di contenuti (effetti speciali e scene thriller) che possano farlo rientrare pienamente in questa categoria. Le suggestioni sembrano essere arrivate a Krey e Nyland da opere tipo Pet sematary (Mary Lambert, 1989) - quindi anche Zeder (Pupi Avati, 1983) - e Hellraiser (Clive Barker, 1987), ma il registro adottato nello sviluppo del lungometraggio è puramente drammatico, per nulla visionario e molto contenuto, quasi intimista.

La perdita di una persona cara è sempre un dolore, spesso destinato a perdurare con la stessa intensità, se non amplificare, con il passare del tempo. Fino a dove si è disposti a spingersi per azzerare questa sofferenza che lentamente spezza il cuore, avendo ipoteticamente la possibilità di riportare alla vita una persona amata? An unquiet grave prova a dare una risposta, sicuramente non esatta o perlomeno fuorviante. Ma nel suo piccolo, considerato che si tratta di una produzione indipendente a basso budget, va dato atto a Terence Krey di essere riuscito a realizzare un buon lungometraggio, tenuto anche conto del limitato cast artistico, ovvero solo due (bravi) attori.