Regia di Mario Sesti vedi scheda film
I film di genere talvolta riescono a parlare del mondo come i documentari e affrontare temi più di quanto lo si faccia con film “impegnati” di critica sociale.
Mario Sesti tenta, attraverso la struttura noir del film, con il suo montaggio che confonde le linee temporali, i contrasti di luce, il colpo di scena finale, di portare alla luce il tema di cui parla: il problema dei padri separati che finiscono a dormire in macchina o nei rifugi della Caritas. Per questa ragione non capisco perché il suo autore, critico appassionato, parla nella sua presentazione di Kramer contro Kramer quando mi sarei aspettato che citasse dei film di Siodmak, Tourneur, Melville.
Il film, come accade nel cinema americano d’ autore (e raramente in quello italiano) usa o attori noti in ruoli inconsueti, ad esempio la Francini come attrice drammatica o attori di grande qualità ma poco utilizzati come Paolo Briguglia.
Nel complesso, come ha detto Pupi Avati, effettivamente, un esordio da tenere presente.
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