Trama
Giulio lavora come venditore in una catena di supermercati. La sua normale esistenza comincia a sgretolarsi quando la moglie Annalisa chiede il divorzio, ottiene la casa dove vive con i bambini e dà il via a un percorso per allontanarli da lui. Costretto a vivere in macchina, accusato di aver picchiato la figlia e incastrato con della droga in auto, Giulio finirà a Rebibbia da dove avrà inizio il suo percorso di rinascita.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Quando lo sceneggiatore e produttore Gianluca Cerasola mi ha proposto la regia di Altri padri, ciò che mi è sembrato di grande interesse, è stato lo studio di ciò che accade quando un amore di lunga data finisce: il trauma è così profondo, soprattutto quando al centro c’è una famiglia con dei figli, da spingere entrambi a cercare di salvarsi dal dolore e dalle conseguenze materiali.
In realtà, conoscendo meglio il film – i film, come dicevano i grandi registi italiani del dopoguerra, ad un certo punto prendono vita propria e ti portano loro là dove devono arrivare – ho scoperto che c’erano altre sfumature, altrettanto interessanti.
Per esempio, il ruolo della donna. Annalisa, la protagonista, interpretata da Chiara Francini, sembra un personaggio privo di scrupoli: in realtà ho scritto per lei quella che, secondo me, è la battuta decisiva del film. “L’ amore non basta”. Il mondo degli uomini ha costruito la subordinazione della donna assegnandole il monopolio dei sentimenti e degli affetti: come se le ambizioni professionali, i progetti personali, i sogni di realizzazione più creativi appartenessero solo agli uomini. Annalisa crede di avere un talento, una sensibilità particolare per l’estetica di arredi e costumi ma né il marito (che gli propone delle possibilità di lavoro simili al proprio), né il padre (che spingendola verso la laurea in legge fa più o meno lo stesso), sembrano essere in grado di accorgersene. Annalisa cerca il suo posto nel mondo e capisce che solo separandosi potrà avere qualche chance di trovarlo. Può apparire spietata, ma io, e anche il mio film, abbiamo imparato ad apprezzarne sia la fermezza che la lucidità: lo sguardo su di lei ne condivide i trasalimenti, più che giudicarla. Per certi versi è come se il film rileggesse, oggi, il mondo di Kramer contro Kramer.
Per concludere, quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che il conflitto tra Annalisa e Giulio, il loro dolore, era il centro di gravitazione del film, ma presto mi sono reso conto di quanto fosse importante il momento della prigione (con il produttore abbiamo molto lottato per girare davvero a Rebibbia) e quanto il finale thriller e poliziesco potesse consentire allo spettatore di rileggere l’idea di relazione, di famiglia, di paternità in modo più complesso e molteplice. Altri padri, da questo punto di vista è un melodramma noir che vuole partire dal realismo di una condizione sociale per arrivare al cinema e al suo potere di farci comprendere le cose con un senso in più rispetto al mondo".
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (2) vedi tutti
Storia non molto appassionante e Interpretazioni nella media.voto.2.
commento di chribio1Patetico e stucchevole, mal girato e mal recitato.
commento di gruvieraz