Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Dignitoso spaccato di società americana ambientato durante gli anni dell'immediato dopoguerra. Un elegante e solido excursus su famiglia, integrazione e giustizia che Barry Levinson dirige con sicurezza avvalendosi di una minuziosa ed attenta ricostruzione d'epoca che ci riconsegna costumi e veicoli dal fascino immortale. Il tutto visto attraverso gli occhi di due giovani fratelli, rampolli di un'agiata famiglia ebrea, alle prese con le prime passioni amorose. Un film dalla struttura corale che alterna in parallelo le vicende dei vari personaggi delineandone bene i caratteri ed utilizzandoli come specchio di una nazione in divenire, difettosa come poche altre ma alla costante rincorsa del sogno, quello per antonomasia. Il lieto fine non è previsto, la storia è fatta di ascese e cadute e "Liberty Heights" ha il pregio di non prendere posizioni ma di limitarsi a testimoniare e raccontare. Interessante la scelta di casting che assembla tre generazioni di talentuosi attori - Mantegna, Brody, Foster - affiancandoli ad una stordente femme fatale di nome Carolyn Murphy.
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