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Il colibrì

Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il colibrì

di claudio1959
7 stelle

Il colibrì un film gentile e malinconico da vedere, grazie Francesca Archibugi.

locandina

Il colibrì (2022): locandina

Kasia Smutniak

Il colibrì (2022): Kasia Smutniak

Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino

Il colibrì (2022): Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino

Il colibrì Italia - Francia 2022 Chi perde un genitore è “orfano”, chi perde il coniuge è “vedovo”, la perdita di un figlio però è un dolore indescrivibile, inaccettabile, non esiste la definizione idonea a definire questo stato dell’anima dilaniata in modo profondo ed “ingiusto”. shakul e’ la parola ebraica che tenta di definirlo ed è una delle battute chiave di questo insolito e affascinante film, l’ultimo di Francesca Archibugi cantrice di storie intimistiche della difficoltà del vivere ed a volte come in questo caso del male di vivere, fin dal primo splendido esordio nel 1987 con “Mignon è partita”. Un film molto complesso tratto dal romanzo premio Strega di Sandro Veronesi, la traduzione in film non era facile, però la Archibugi secondo me è riuscita a trasmetterci emozioni vere, con un cast da urlo ed in forma smagliante. Attraverso vorticosi salti nel tempo la regista ci illustra la vita, gli amori ed i dolori di Marco Carrera, professione medico, interpretato da Pierfrancesco Favino in stato di grazia, tra flashback ripetuti, vediamo tutta la vita di Marco dai favolosi anni settanta fino si giorni nostri. Una storia luttuosa, di destini che si incrociano e profonda sofferenza. Molti sono i momenti felici, il dolore della perdita di un caro ed infine si tocca anche il tema importante e molto dibattuto dell’eutansia. La narrazione è corposa e molto fluente, fotografata in modo impeccabile da Luca Bigazzi, dura 2 ore, ma non è pesante, perché la mdp di Francesca Archibugi scorre leggera, la sua ripresa , il suo sguardo e’ lucido appassionato, ci regala qualche sorriso, tra un tormento e l’altro. Un’opera sentimentale che ci fa riflettere sui nostri affetti e sul profondo senso della difficoltà della vita. Oltre al grande Pierfrancesco Favino, strepitoso il regista Nanni Moretti, nel ruolo dello psicanalista, di Kasia Smutniak, la moglie di Marco Carrera. Si rivede in un ruolo meraviglioso il caratterista Massimo Ceccherini sodale di Leonardo Pieraccioni, in tante commedie, qui in un ruolo bellissimo ed interpretato alla perfezione quello di Duccio Chilleri dotato de “Il tocco della medusa”, “l’innominabile”, che si afferma porta sfortuna, vede e prevede sciagure e lutti. Recita anche l’attrice Benedetta Porcaroli, una delle migliori giovani del panorama del nostro cinema, attrice in crescita continua lei è sullo schermo Adele la figlia dolce, fragile sfortunata di Marco, il nostro Colibrì. Da segnalare anche oltre agli altri soprattutto Laura Morante, la madre di Marco, sempre perfetta, la francese Berenice Bejo nel ruolo di Luisa Lattes, il grande amore francese di Marco, platonico, perché si può amare una donna in modo gentile senza sesso ed il film ce lo spiega bene. Per finire da evidenziare la prova di Fotinì Peluso nel ruolo triste e malinconico , perché si suiciderà di Irene Carrera la sorella di Marco, segnatevi questo nome destinata ad una brillante carriera. Ora alcune riflessioni che mi inducono la visione di questo film complesso, perché parla di un maschio “gentile”, un uomo circondato da tante donne, un uomo che come me e quindi mi sento rappresentato bene, mette gli altri prima di se’ nella vita di tutti i giorni, una caratteristica vicina al mio modo di essere è consequenzialmente di agire e comportarmi. Una maschilità che non è ossessionata dal sesso a tutti i costi, ma un elemento importante, ma non decisivo, un mezzo, non un fine, in un corretto rapporto amoroso. Un film che parla chiaramente di borghesi benestanti, ma non ricchi, non vengono giudicati, ma visti in modo onesto e veritiero, non sono un male, ma solo persone con quello stile di vita consona al loro status sociale. Un film che ci tocca il cuore, che si concentra sui dialoghi a volte urlati, struggenti e malinconici, la scenografia è molto importante come sa bene chi conosce a fondo la filmografia di Francesca Archibugi, che caratterizza il suo stile autoriale di fine regista, solo lei poteva raccontarci in modo verosimile la durezza del vivere e la sofferenza della morte, lasciando però una finestra aperta su quello che rimane nella memoria di chi ci ha conosciuti,a chi ci sopravvive, come in un film di Gerard Damiano del 1975 “La storia di Joanna”, mi colpi’ molto la frase del protagonista Jamie Gillis “L’importante non è come si vive, ma come si muore”.Una frase che mi ha formato e ho fatto mia. Dopo la visione catartica e sublime di questo film ne usciamo fortificati, imparando la lezione più complessa, quella della vita dopo la morte, concetto spirituale, che deve essere afferrato da tutti. Il colibrì è tra gli uccelli più piccoli al mondo; ha la capacità di rimanere immobile, nell’aria grazie a un frenetico e rapido battito alare. La sua apparente immobilità è il frutto di un lavoro vorticoso, che gli consente anche, oltre alla immobilita’ assoluta, prodezze di volo impossibili per altri uccelli come volare all'indietro. Non vi dovete perdere assolutamente i titoli di coda sulle note di una bellissima canzone di Sergio Endrigo e Riccardo Sinigaglia, interpretata con maestria da Marco Mengoni “Caro amore lontanissimo”. Voto 7.5 Interpreti e personaggi Pierfrancesco Favino: Marco Carrera Kasia Smutniak: Marina Molitor Bérénice Bejo: Luisa Lattes Laura Morante: Letizia Carrera Sergio Albelli: Probo Carrera Alessandro Tedeschi: Giacomo Carrera Benedetta Porcaroli: Adele Carrera Massimo Ceccherini: Duccio Chilleri Fotinì Peluso: Irene Carrera Francesco Centorame: Marco Carrera da ragazzo Pietro Ragusa: Luigi Dami Tamburini Valeria Cavalli: Madre di Luisa Nanni Moretti: Daniele Carradori Rausy Giangarè: Miraijin da ragazza Niccolò Profeti: Giacomo Carrera da ragazzo Elisa Fossati: Luisa Lattes da ragazza Lorenzo Mellini: Duccio Chilleri da ragazzo Matilda Grace Marini: Amanda Carrera Marlo DiCrasto: Violet Carrera

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