Regia di Luigi Squarzina vedi scheda film
Un discografico senza scrupoli lancia un cantantucolo belloccio, ma non troppo dotato; sarà il playback a tradirlo, anche se le fans più accanite continueranno imperterrite ad adorarlo.
Lo squarciagola è un'aperta – e mal articolata – critica ai 'capelloni' da parte dei 'matusa', ovverosia dagli adulti inquadrati e tradizionalisti nei confronti della gioventù scatenata, sguaiata, ribelle. Mal articolata per il semplice fatto che l'intera sceneggiatura (del regista Luigi Squarzina e di Lao Pavoni) si basa su tesi francamente risibili, luoghi comuni e generalizzazioni che ben poco offrono sul piano della riflessione e dell'analisi sociale (e intergenerazionale). Degna però di sottolineatura è senza dubbio la parte introduttiva del lavoro, nonché l'idea di inserire il personaggio di Paolo Ferrari – nei panni di sé stesso – intento a studiare da vicino il fenomeno dei cantanti urlatori e dei relativi crescenti profitti per le case discografiche; ma la trama in sé e le situazioni raccontate lasciano realmente il tempo che trovano. Bravo il giovane Giancarlo Giannini come protagonista: ha il physique du role, anche se l'ugola non particolarmente raffinata (e qui in effetti le parti cantate sono rilevanti); tra gli altri in scena un eccellente, come al solito, Mario Carotenuto, e ancora Olga Villi, Camillo Milli, Mariolina Bovo ed Elena Corti. Le musiche originali sono di Ennio Morricone: una bizzarra incursione in ambito televisivo e di para-musicarello (antimusicarello, forse, sarebbe il termine più adatto al lavoro). 3,5/10.
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