Regia di Shujun Wei vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS
Il secondo lungometraggio del cinese Wei Shujun è nato come una singola storia che poi è stata rielaborata e ripensata in tre capitoli che intendono ripercorrere le tre tappe fondamentali dell'esistenza umana sulla Terra: l'infanzia, la maturità e la vecchiaia. Nel primo capitolo una troupe cinematografica sta facendo i primi sopralluoghi in una cittadina di periferia ove ambientare un film di un autore piuttosto apprezzato dalla critica. Insediatisi presso una locanda, i responsabili del cast notano una giovane cameriera e le propongono una parte nel film.
Lei pensa già ad un avvenire da star, ma a riportarla alla realtà triste e quotidiana ci penserà l'arrivo della protagonista del film, lei si star inarrivabile ed in grado di riportare alla triste realtà dei fatti la nostra cameriera. Il secondo capitolo si concentra sulla star che ritorna nel paese natale ed è celebrata come una vera diva.
Tuttavia l'attrice si rende conto che tutte le attenzioni che le si rivolgono, servono solo a sfruttare la sua immagine di diva per fini che esulano dal film che si attesta ad interpretare. Il terzo episodio infine si concentra sui contrasti creativi - in parte realmente accaduti - che contendono i punti di vista del regista e dello sceneggiatore, indecisi come strutturare la loro storia è destinato entrambi ad entrare in crisi per una comune definizione e conclusione di un progetto intimo ed ambizioso che pare poi destinato a rimanere irrealizzato.
Ne viene fuori un film-saggio intimo e potente che riflette e fa meditare sugli istinti e sulle ambizioni che guidano le singole esistenze, per essere poi raccontate e riesaminate quando ormai le occasioni sono tramontare e non resta che tornare ad esse con l'aiuto della memoria e della nostalgia.
Un film intimo e sottile alla Hong Sang-soo, che sa immedesimare ogni spettatore ponendolo al centro di piccoli grandi dilemmi che oggi assillano le esistenze di ognuno.
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