Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film
Terra devastata dal tornado (“Twister”); Terra minacciata da asteroide (“Armageddon”). L’estate prossima sarà il turno della montagna e delle valanghe (“Vertical Limit” di Martin Campbell, in preparazione). Quest’anno invece è toccato al mare in tempesta. Spazi, temi, suggestioni del neo-catastrofico di Hollywood. Che procede con coerenza verso i grandi incassi (“La tempesta perfetta” sta andando benissimo anche in Italia) senza curarsi troppo dell’originalità. In mezzo ad una profusione di effetti speciali ormai stupefacenti, non resta che rimarcare le piccole differenze, quelle che rendono meno peggio un blockbuster di un altro, e fanno digerire storie già viste e già sentite. Nel caso del film di Wolfgang Petersen, poi, ci si ispira vagamente a una vicenda vera, il naufragio dell’Andrea Gail, barca di pescatori del New England, durante un incredibile uragano che sconvolse l’Atlantico e la costa americana. Recuperando un po’ svogliatamente stereotipi da “mucchio” western, Wolfgang Petersen racconta l’amicizia virile tra questi rudi uomini del mare, che farebbero volentieri a cazzotti nel “saloon” ma poi sono pronti a darsi una mano se si rischia la vita. Oddio, George Clooney sembra il lupo di mare dei bastoncini di pesce, ma almeno nelle interviste ironizza sull’improvvido ruolo (uno del Kentucky non può che buttarla sul ridere). Più credibili John C. Reilly (sempre da tenere d’occhio) e Mark Wahlberg, assai sprecata Mary Elizabeth Mastrantonio. Cosa salva “La tempesta perfetta” dal naufragio totale? Due spettacolari sequenze (il salvataggio dell’elicottero e l’impresa del capitano con la fiamma ossidrica), Springsteen in colonna sonora, la presenza ancora illuminante di Karen Allen (una delle due turiste in barca a vela), il respiro vagamente démodé dell’avventura (tipo “Capitani coraggiosi”: con le dovute proporzioni, naturalmente...). Per un film da Multiplex, è grasso che cola...
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