Regia di Steve Buscemi vedi scheda film
Testa rasata, magrissimo, naso adunco e sorriso prognatico, Willem Dafoe ha l’aspetto di un Nosferatu con la sfortuna di essere stato condannato a venticinque anni di prigione. Si sente, con una disincantata autoironia, il padrone del carcere. È influente, rispettato, ha ottimi rapporti con le guardie, scrive rapporti, verbali e referti. Il suo personaggio, Earl, dopo diciotto anni di detenzione, è un intoccabile, ascoltato e temuto. Ha avuto degli amori, ma quando mette gli occhi sulla recluta appena arrivata, Ron (Edward Furlong), un giovanotto di buona famiglia coinvolto nello spaccio di droga, non è una storia di sesso. È un amore platonico, il protettivo e complesso rapporto tra un padre e un figlio, entrambi difficili e intelligenti. L’attore-regista Steve Buscemi che conosce bene la tradizione del cinema classico e gli orizzonti produttivi del cinema indipendente, dirige un ottimo “B movie”. Intorno ai protagonisti, la vita ordinata e violenta dietro le sbarre non tralascia alcun dettaglio retorico: aggressioni, faide, vendette, libri da leggere, docce pericolose, mensa, favori, fazioni in lotta, celle di isolamento, droga, progetti di fuga, rivolte. La regia è sicura, gli attori bravissimi e il carcere conserva la sua mesta fotogenia.
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