Regia di Steve Buscemi vedi scheda film
In questo asciutto ritratto della vita carceraria, il duro colore della prosa si stinge e la sua voce si fa un sussurro, come per imitare la poesia. Come nel più classico dei romanzi rosa e delle tragedie sentimentali, l’amore è un bisbiglio dimesso e discreto, che teme la violenza del mondo e l’incomprensione di un’umanità cinica e spietata. Non c’è posto per un cuore di sangue e carne in mezzo ai recinti di acciaio e alle mura di pietra, che comprimono i corpi e schiacciano le anime dentro i cubicoli della segregazione, dei desideri proibiti e degli istinti repressi. Il prodotto della “fabbrica degli animali” è un tritume di passioni, ridotte in polvere di droga e schegge di lamette, in frammenti sbocconcellati clandestinamente nei momenti strappati ad una sporadica ed insana illusione di libertà. “Animal Factory” è un film in cui le parole e i gesti non contano, perché sono solo i teatrali contorni di una finzione: delle menzogne che nascondono i crimini ed i tradimenti, ma anche, in maniera più sommessa, delle bugie pronunciate a fin di bene.
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