Regia di Massimo Franciosa vedi scheda film
Una donna in crisi con il marito reincontra un passato amante; durante la scappatella che ne consegue i due assistono per caso a un omicidio, cosa che turba ulteriormente la donna, convinta a tornare dal marito. Solo a quel punto le ricompare davanti, sempre per caso, l’assassino.
Maggiormente noto come sceneggiatore, spesso in tandem con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa ha intrapreso la carriera registica nei primi anni Sessanta in compagnia del socio (Un tentativo sentimentale, del 1963, è il loro primo titolo), per giungere alla sua prima regia ‘in solitaria’ con l’episodio del film collettivo Extraconiugale, l’anno seguente. Quella chiara notte d’ottobre è la sua sesta e penultima pellicola ed è un pasticcio sentimentale-psicologico basato su un copione (di Franciosa, Massimo Andreoli e Marco Ferrari) che tenta di analizzare in maniera invero piuttosto blanda l’introspezione di una donna non più giovanissima e sposata con un uomo che forse non è quello giusto; fra prevedibili nevrosi e complessi esistenziali sono i dialoghi a farla da padroni per la quasi totalità della trama e i pochi fatti concreti che accadono non riescono a eliminare un’inevitabile patina sonnolenta dalla pellicola. C’è Don Backy tra i protagonisti – era d’altronde nel pieno della sua carriera attoriale – e fa una buona impressione, ma lo stesso può dirsi di Silvano Tranquilli e Irina Demick, che costituiscono con lui il nucleo centrale degli interpreti; in ruoli laterali troviamo poi Anita Ekberg, Venantino Ventantini e Marianella Laszlo. Melense come è doveroso dato il contesto, ma non prive di anima le musiche di Armando Trovajoli. Subito di seguito, con Per amore o per forza, Franciosa porrà termine alla sua attività dietro la macchina da presa. 3,5/10.
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