Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Surreale e con un tocco di Godard, ecco l'esordio 'spigoloso' di Tinto Brass alla regia. Non è un film facile perchè consta interamente del flusso di pensieri del protagonista in vagolante, disordinata successione; flashback e realtà si avvicendano e certi espedienti registici rimangono sospesi fra l'affascinante ed il destabilizzante, denotando un gusto tutto suo per il curioso e per il drastico. E' però un lavoro 'simpatico', che fa di tutto per fare risultare il protagonista Bonifacio una vittima della società e delle sue crudeli leggi, per farcelo vedere come una sorta di sensibile innocente destinato alla punizione ingiusta. Opera interessante e che certo non prelude a quanto Brass riuscirà a combinare fra qualche anno.
Bonifacio ha 27 anni e sta cercando lavoro in giro per Venezia. La sua mente ripercorre idealmente l'infanzia, l'adolescenza, il servizio militare, la storia con Gabriella, le amicizie: insomma, farebbe di tutto pur di non pensare alla necessità di lavorare. Perfino immaginarsi un dialogo con Gesù che dal crocifisso lo assolve dal dovere di lavorare, rivelandogli che sarebbe inutile farlo, se tanto non ne ha voglia.
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