Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Pellicola di derivazione teatrale che Hitchcock gira in forza dell'ottimo lavoro fatto da Frederick Knott in scrittura. Meno sperimentale di altri film del regista, Il Delitto Perfetto è un giallo che riesce a calamitare l'attenzione degli spettatori, pur evitando il rischio di risultare didascalico e non risentendo affatto dello scarso numero di scenografie (è quasi interamente girato all'interno di un'abitazione). Lo sceneggiatore si diverte a mostrare quanto, nella realtà, ciò che è stato pianificato a tavolino subisca importanti modifiche, ciò nonostante, grazie a una serie di accorgimenti, il mandante dell'omicidio su cui vertono le indagini riesce a incanalare comunque per l'adeguato verso l'azione omicida fallita, così da far incolpare la moglie. C'è un particolare però... un particolare che, a distanza di mesi, ribalta tutto ancora una volta e consegna alla giustizia il vero autore della malefatta. Molto bene, specie se si considera l'anno di uscita, l'eccelsa fotografia (Robert Burks strapperà la nomination all'Oscar lo stesso anno per la fotografia de La Finestra sul Cortile) e le portentose prove recitative, tra cui la divina Grace Kelly alla prima collaborazione col maestro (che appare in primo piano in una foto di gruppo), tuttavia lo sviluppo finale appare assai forzato. Il caso viene infatti risolto grazie all'erronea valutazione di una chiave. Il killer assoldato dal marito per uccidere la moglie (rea di avere una tresca con uno scrittore di gialli), dopo esser entrato nell'abitazione della donna in attesa della chiamata del marito concordata quale momento in cui entrare in azione, ha ricollocato la chiave - utilizzata per entrare - laddove l'aveva trovata, ovvero su una rampa di scale, contravvenendo a quanto previsto a tavolino. Così, una volta morto, il mandante, convinto di trovare la chiave nelle tasche del killer, ha individuato una chiave che in realtà era quella della casa dello stesso inserendola, prima dell'arrivo della polizia, nella borsetta della moglie da cui aveva in precedenza sottratto la chiave della propria abitazione. Ora, questo fatto viene chiarito a distanza addirittura di un processo e del suo appello, prima di allora nessuno si era accorto di niente, ma quando il capo ispettore decide di tirare il gioco al vero mandante, al fine di verificarne l'eventuale disegno mentale, questo ci cade subito, arrivando a comprendere cosa sia davvero successo solo una volta incastrato. Hitchcock ci ride sopra, facendo dire all'uomo, una volta scoperto e alla presenza di tutti i personaggi della vicenda, la battuta "rallegramenti" al capo ispettore che si liscia i baffi col pettine soddisfatto per il proprio acume. Della serie "il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi..."
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