Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Londra: Tony (Ray Milland), un ex tennista, scopre che la moglie Margot (Grace Kelly) lo tradisce - come il Guy Haines de 'L'altro uomo', che anch'egli veniva tradito - con uno scrittore americano di gialli di nome Mark (Robert Cummings) e architetta uno stratagemma per farla assassinare da un vecchio compagno di college, un certo Swann (Anthony Dawson), tramite un ricatto, ma spesso i film di Hitch applicano la Legge di Murphy e se qualcosa deve andare male lo farà!
'Il delitto perfetto' appartiene al gruppo dei film più sperimentali del regista inglese, in quanto concepito in primis come stereoscopico ma in particolare per essere una specie di continuazione o una variazione di 'Nodo alla gola' data l'ambientazione, salvo qualche breve inquadratura secondaria e quella importante del processo, risolta elegantemente in due uniche riprese con Grace Kelly in primo piano su uno sfondo con colori sempre più cupi, a sottolineare la gravità della sua posizione fino alla condanna, in un unico set, (l'appartamento di Tony e Margot), l'origine teatrale, il testo di Frederick Knott, dal medesimo sceneggiato, e l'uso di un numero ristretto di attori - i coniugi, l'amante di lei, il (potenziale) killer e l'ispettore di polizia - seguiti in modo implacabile dalla macchina da presa del regista, che scruta sorniona tutte le loro azioni e tesse un perfetto meccanismo ad orologeria, ben più perfetto del delitto mancato che scombina le carte in tavola.
Dialoghi acuminati e pungenti - su tutti, quello che allude al consueto binomio arte/vita o finzione/realtà, proferito dallo scrittore di gialli, che dice: ''Nei romanzi le cose vanno come l'autore vuole che vadano, ma nella vita no, mai!'' - una tensione subito palpabile dalle prime scene, che culmina nella celebre scena dell'omicidio per legittima difesa, introdotto con l'abituale tecnica del dilatamento del tempo che crea angoscia nello spettatore che è informato di tutto, che ribalta tutto, con il cacciatore che si trasforma in preda e la vittima, molto subdolamente, grazie alla 'mente' del piano, in carnefice prima, sospettato poi nonché condannato.
Molto bene gli attori, con a giocare la parte dei leoni il trio Grace Kelly, vittima del complotto, ma anche lei con qualche scheletro nell'armadio, Ray Milland, 'cattivo dai modi eleganti' e John Williams, furbo ispettore di Polizia dai modi un po' irregolari ma efficaci, mentre un po' ordinarie le prove di Anthony Dawson, 'assassino mancato' e di Robert Cummings, scrittore che ha la tresca con Margot, a causa di ruoli stereotipati.
Non tra i migliori il doppiaggio, specie le voci di Dhia Cristiani per Grace Kelly e di Stefano Sibaldi per Robert Cummings.
Voto: 8/9 (v.o.s.).
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