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Il delitto perfetto

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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La recensione su Il delitto perfetto

di maso
9 stelle

Rivalutazione totale da parte mia nei confronti di questo classico di Hitchcock che in passato giudicai macchinoso nella risoluzione dell'intreccio giallo, in realtà per essere compreso pienamente richiede la massima attenzione dello spettatore visti i continui cambi di direzione determinati dalle svolte della trama e soprattutto dall'interscambio e la comparsa degli oggetti di scena come una chiave, delle forbici, gli impermiabili, una finestra, delle calze, una sciarpa.

L'adattamento della play di Frederick Knott sceneggiata dallo stesso autore è l'occasione per Hitch di giocare in casa propria, sul suo campo preferito, ambientando la storia nella natia Londra e rinchiudendo il tutto in un elegante appartamento dai colori tenui con una unica divagazione nell'ampio ristorante da dove l'illuso parassita Tony Fisher schiaccia il bottone, o per meglio dire digita il numero che avvia il suo piano apparentemente perfetto messo in atto per fargli intascare l'eredità della moglie fedifraga.

L'apparenza è ribaltata continuamente, fin dalle prime battute: Margot e Tony sembrano una coppia felice ma solo in apparenza perchè i veri innamorati sono Mark e Margot che devono nascondere l'apparenza a Tony, l'incontro fra Swann e Tony in apparenza dovrebbe essere per leciti scopi commerciali ma nel lungo dialogo fra i due emerge pian piano un piano da tempo architettato dal tennista ritiratosi per dedicare tempo al denaro della ricca moglie, i suoi movimenti e gli elementi in suo possesso sui trascorsi non proprio limpidi di Swann costringono quest'ultimo ad accettare senza via d'uscita la proposta di Tony.

La trappola è carica ma è proprio Mark stuzzicato da Tony a metterlo in guardia dall'alto della sua esperienza di scrittore sul come ci sia una linea netta fra l'apparente perfezione di un piano omicida e la sua riuscita, infatti la sera della prima Tony può subito assaporare i primi imprevisti sul suo cammino e Hitchcock può pennellare la scena con piccoli tocchi della proverbiale suspense: Tony deve impadronirsi della chiave di casa di Margot e posizionarla sotto la guida che ricopre il quinto gradino nell'atrio ma soprattutto deve darle un motivo valido per non uscire quella sera e così facendo fa emergere l'elemento che cambierà tutti gli equilibri della storia e del suo piano, quelle forbici che Hitch sbatterà in faccia allo spettatore di lì a poco nella potentissima e vibrante scena dell'omicidio ribaltato.

La luce scura del salotto si getta sul volto di Grace Kelly luminoso e innocente fino all'avvento di Swann, la musica di Dimitri Tomkin accentua l'effetto che l'innovativa ripresa in tre D del maestro consegna all'antologia delle sue sequenze storiche.

Il film a questo punto diventa un atto d'accusa nei confronti di Margot, questa volta l'innocente messo con le spalle al muro non è il protagonista ma la musa preferita di Hitch che dalle luminose sottovesti e gli abiti rosso fuoco si ritrova soffocata in una mantella marrone come l'autunno.

Tony tramuta il suo ambizioso piano A in un tortuoso piano B con il quale trasformare la legittima difesa di Margot nell'uccisione del suo ricattatore, in un lampo le carte in tavola sono rimosse, spostate, bruciate, risistemate e l'apparenza è di nuovo al centro della scena.

Hitchcock spacca in due il film girando un processo dai colori forti impostato come l'incubo ad occhi aperti che Margot sta vivendo.

L'intervento della polizia porta in scena un personaggio fondamentale per la risoluzione dell'intrigo: John Williams è un perfetto ispettore di Scotland Yard che in apparenza sembra prendere per indiscutibili gli elementi che condannano Margot ma in realtà sta elaborando un piano C, C come chiave, come la chiave di volta dell'indagine, quella chiave che in apparenza sembrava essere tornata al proprio posto e invece era già al suo posto mentre quella fuori posto è ancora effettivamente fuori posto e determinerà il destino di Tony e Margot.

La suspense elegante nel finale chiude un'altro dei classicissimi che Hitch ha condotto con mano ferma avendo anche a disposizione un quintetto di attori principali eccellenti per i loro ruoli fra i quali spicca Ray Milland sicuro di se prima del fattaccio e sempre sull'orlo del crollo emotivo poi.

 

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