Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Hitchcock amava le sfide cinematografiche e qui, anche se non rimase particolarmente soddisfatto del risultato, realizzò un'ingegnosa trasposizione della piece teatrale omonima scritta da Frederick Knott, che per molti versi sembra una prova generale di "La finestra sul cortile". Dispiace non poterlo vedere nel formato 3D originale, credo ormai diventato molto raro, perché l'effetto tridimensionale sicuramente avrebbe aiutato ad apprezzare ancor più la componente visiva dell'opera, la profondità di campo e i giochi prospettici all'interno dell'inquadratura, che in 2D ovviamente si perdono anche se resta la bella fotografia di Robert Burks che valorizza sapientemente l'aspetto cromatico. Ottima la prestazione del cast con un Ray Milland perfettamente a suo agio nel ruolo del cattivo ex tennista Tony che adopera un complicato piano per tentare di uccidere la moglie e godersi la ricca eredità; Milland sa dare il giusto rilievo a molti dialoghi e offre una performance sfaccettata e assai credibile, anche se il contributo di Grace Kelly, per quanto non alla sua altezza, mi sembra tutto sommato efficace nella caratterizzazione di una vittima affascinante e un po' sprovveduta di fronte alla machiavellica perfidia del marito. Il film finisce per assomigliare ad un esercizio di stile come un po' lo era già "Nodo alla gola": é un'opera in cui la regia é sempre presente, con un rigoroso controllo delle inquadrature, delle angolazioni di ripresa e dei movimenti di macchina, ma non credo possa aspirare ad entrare nel novero dei capolavori hitchcockiani perché la natura teatrale del film persiste in ultima analisi e i dialoghi lunghissimi, pur essendo sempre intelligenti e talvolta appassionanti, nel complesso possono anche saturare l'interesse dello spettatore.
Voto 8/10
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