Trama
Una madre remissiva, devota anima e corpo al marito e ai figli, vive un'esistenza monotona, scandita da compiti banali e ripetitivi. Un semplice trucco di magia il giorno del compleanno del figlio di quattro anni non va come dovrebbe e innesca una valanga di catastrofi che, assurde e improbabili, si abbattono sulla sua famiglia. Il mago trasforma il marito, un padre autoritario, in una gallina costringendo la donna ad assumere il ruolo di capofamiglia. Uscendo dal mondo a cui è abituata, dovrà superare mari e monti per trovare il consorte, provvedere ai figli e lottare per la sua sopravvivenza. Sarà così che si trasformerà gradualmente in una donna indipendente e forte.
Curiosità
La parola al regista
"Dopo aver studiato all'Istituto Superiore di Cinema dell'Accademia d'Arte d'Egitto, ho diretto due cortometraggi, Breathe Out e The Aftermath of the Inauguration of the Public Toilet at Kilometer 375, i primi due a essere ammessi in concorso nella sezione Cinéfondation del Festival di Cannes nel 2014.
Feathers ha avuto inizio da un'idea piuttosto semplice che ho avuto circa sei anni fa. È la storia di un uomo che si trasforma in un pollo e ci sono prove serie e concrete che avvenga: non si tratta né di uno scherzo né di un complotto. Attraverso tale parabola, ho voluto fotografare una parte della vita difficile che ogni normale famiglia egiziana è chiamata a condurre. Dovendo affrontare l'assurda situazione, i componenti della famiglia dell'uomo reagiscono senza pensarci troppo. In realtà, sono come bloccati. Proprio perché sono degli antieroi, a nessuno importa di loro o dei loro problemi. Ho visto da vicino il disinteresse e dal momento in cui mi è venuta l'idea di farne un film ne sono stato completamente ossessionato.
Sono stato ispirato da molte cose e ho un profondo legame con la cultura egiziana, soprattutto con il suo patrimonio cinematografico e musicale. Cineasti come Cineasti come Youssef Chahine, Mohamed Khan, Khairy Beshara, Yousry Nasrallah, Oussama Fawzy ma anche come Robert Bresson, Aki Kaurismaki e Jacques Tati mi hanno dato l'ispirazione per Feathers. Il film è costruito come una poesia, attraverso cui cerco di far sentire al pubblico l'essenza delle nostre vite. Nel dirigerlo, ho cercato di costruire un ponte tra i personaggi e noi, in modo da sentire ciò che anche loro sentono. Volevo essere il più sincero possibile con loro e con le loro paure, senza etichettarli o giudicarli".
Trailer
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- Grand Prix della Settimana internazionale della critica al Festival di Cannes 2021
- Premio FIPRESCI (Quinzaine) al Festival di Cannes 2021
- Premio Speciale della Giuria (ex aequo) al Torino Film Festival 2021
Commenti (1) vedi tutti
Quante di voi hanno mai pensato che il proprio marito fosse un “chicken brain”, cioè un cervello da gallina? Ed è questo il caso letterale, nel film Feathers, letteralmente “piume”. Parliamo di quelle che svolazzano in un indecoroso appartamento, quasi un pollaio per sporcizia e povertà, dove un arrogante, autarchico marito viene trasformato da un
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