Regia di Simón Mesa Soto vedi scheda film
74° FESTIVAL DI CANNES - SEMAINE DE LA CRITIQUE
Nella Colombia degli anni ‘90 l'esercito era solito perlustrare le strade per fare retate di ragazzi scioperati di famiglie povere, da inviare come carne da cannone nelle zone di conflitto del Sud del Paese. Unica speranza di evitare di finire in prima linea, corrompere gli ufficiali incaricati di valutare l'idoneità delle reclute e stabilirne l'assegnazione geografica.
È il dilemma in cui si trova Amparo, madre single di una bambina e di un diciottenne, il reclutato, avuti da due padri diversi. La donna, già alle prese con le difficoltà economiche della vita quotidiana e a quelle familiari, dovrà ingegnarsi non poco per cercare di tirar su la cifra richiesta dalle divise corrotte per risparmiare al figlio il fronte.
Il riuscito primo lungometraggio di Simón Mesa Soto, di impianto realista e di impatto emotivo allo stesso tempo, si focalizza con empatia ma senza piagnistei sulla tragica figura materna di Amparo, donna di estrazione umile e dalla vita complicata, ma dai cui primi piani traspare sempre una grande dignità, sia quando la vediamo subire le continue critiche della madre per aver cresciuto un nullafacente e pure quando deve sopportare le richieste di viscidi militari. Una dignità popolare, semplice ma inscalfibile, cui Amparo non viene mai meno, neppure quando, per amore materno, deve scendere ai compromessi più bassi con un sistema marcio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta