Regia di Gaspar Noé vedi scheda film
Per uno come me che non ama la tecnica dello split screen, l’aver accettato la sfida di guardare questo lungo, splittatissimo “Vortex” alla fine si è risolto con una gradita, bella vittoria. Anzitutto, la bellissima sorpresa di vedere Dario Argento giganteggiare nei panni dell’attore (se così si può dire... il copione del film immagino sia stato senz’altro lasciato per il novantanove per cento all’improvvisazione degli interpreti). Poi una delicatezza che batte la noia su tutti i fronti e che (tra)scorre per oltre due ore accompagnandoti per mano nella vita quotidiana, alla fine, di chiunque di noi. Poi i guizzi d’autore che si staccano dal “reportage” e si concretizzano in qualche idea puramente visiva che non può che rimanere impressa nella memoria, staccando due, tre sequenze (o scene? come si fa a distinguere una sequenza da una scena se si usa lo split screen?) memorabili: le dissolvenze fantasmatiche al bianco che accompagnano il defilarsi dei due coniugi, e il piccolo Kiki (nipotino della coppia protagonista) che irrompe fuori fuoco mentre suo padre soccombe ai richiami dell’estasi artificiale della droga.
Davvero bello.
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