Regia di Sebastian Meise vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74- UN CERTAIN REGARD: PREMIO DELLA GIURIA/TORINO FILM FESTIVAL 39: CONCORSO TORINO 39
Nella Germania dell'immediato dopoguerra, divenuta poi RFT, l'omosessualità costituiva un reato punibile con la detenzione.
Il giovane Hans, finito in un campo di concentramento per il suo comportamento sessuale giudicato anomalo dalla dittatura, finisce diretto in carcere dopo la disfatta nazista.
Dal 1945 fino ai primi anni '70 seguiamo il suo travagliato periodo da detenuto ex deportati, con gli amori che il carcere gli consente furtivamente di mantenere o coltivare: la morte del suo giovane amato lo spinge a contatto con un omicida che dapprima lo minaccia di morte, poi ne diventa amico intimo, riuscendo grazie al primo a guarire dalla sua dipendenza dalla droga.
Quando il famigerato paragrafo 175 che disponeva il carcere per i gay viene abrogato, e la libertà sessuale diventa finalmente appannaggio di tutti, Hans viene scarcerato, ma la frequentazione di locali a tematica sessuale come appunto il disinibito e scabroso Great Freedom, lo indurranno ad anelare un ritorno alle regole del suo ormai familiare ambiente carcerario.
Il secondo film dell'ispirato regista di Still Life, Sebastian Meise, è una toccante e struggente storia della ricerca forsennata di poter amare liberamente secondo le proprie attitudini e caratteristiche sessuali, rifuggendo sia le imposizioni di una legge inicua che fa seguito agli efferati e spietati dettami razziali di una dittatura dagli effetti non eccessivamente più rigidi della democrazia che ne ha ribaltato le sorti.
Hans, il protagonista di questa incessante odissea di pregiudizio e prevaricazione, è interpretato magnificamente da uno degli attori europei più ispirato e conteso del momento: Igor Rogowski, anche interprete feticcio di Petzold e protagonista dell'ultimo magnifico Malick, nonché pezzo forte del cast di Freaks Out nella parte dello spietato gerarca nazista. Un film che spicca una spanna su tutti gli altri pur validi film del Concorso, meritandosi senza titubanza alcuna il titolo di miglior film del Concorso. Speriamo che la Giuria sappia accorgersene.
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