Regia di Kornél Mundruczó vedi scheda film
Ci si trova qui di fronte ad un altro film il cui titolo è stato tradotto in modo ignobile in italiano; più banale, generico e facile da dimenticare di così non era possibile. Per la narrazione il regista si affida al piano sequenza, che ultimamente va di moda, peccato che in questo film sia finto, perché le giunzioni ci sono eccome, e si vedono chiaramente. Il piano sequenza è una religione, e barare in questo modo è blasfemo. I tre episodi nei quali è suddivisa questa pellicola sono onirici, a tratti psichedelici, si offrono a moltissime interpretazioni e considerazioni. A chi scrive, il momento cruciale sembra essere la scena nella quale Jonas, mentre raggiunge la processione delle lanterne di San Martino, si ingozza velocemente con qualche Flodni (dolce tipico ebraico ungherese) che sua madre gli ha preparato da condividere con i suoi amici, per poi gettarli tutti nella spazzatura, evidentemente perché non vuole si sappia che è ebreo. Se il rifiuto della propria identità a causa della discriminazione e della persecuzione che continua da secoli è "l'evoluzione" alla quale si accenna nel titolo, allora dovremmo farci delle domande. Del resto, perseguitare il popolo ebraico è l'unico argomento sul quale destra e sinistra (in senso politico) si sono sempre trovate perfettamente d'accordo.
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